- Aprile 15, 2020
Coronavirus
Decaro e Gori ai sindaci brasiliani: “Restate a casa, sottovalutare la situazione sarebbe fatale”
Il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro e il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori non hanno usato mezzi termini per spiegare in video conferenza ai colleghi brasiliani, Jonas Donizette e Firmino Fiho di Campinas e Teresina, che il pericolo è globale e non lascia spazio ad attendismo
Circa ventimila contagi da Covid19 e poco meno di duemila morti. Il Brasile è ancora lontano dai numeri europei ma abbassare la guardia, o peggio sottovalutare l’emergenza, potrebbe rivelarsi un errore fatale. E in attesa di un vaccino, l’unico argine al contagio è restare a casa, proteggersi con guanti e mascherine ed evitare contatti sociali, per non trovarsi domani nelle condizioni in cui si trova oggi tanta parte d’Europa, Italia in primis. Il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro e il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori non hanno usato mezzi termini per spiegare ai colleghi brasiliani, Jonas Donizette e Firmino Fiho sindaci di Campinas e Teresina (Stato di Piauì) e rispettivamente presidente e vice presidente FNP (Frente nacional de prefeitos) che il pericolo è globale e non lascia spazio a misure attendiste.
“Vorrei farvi capire anche attraverso il racconto di Gori – ha detto Decaro in videoconferenza – che la situazione è complicata. Se non state attenti quel virus nascosto porterà un contagio che non riuscirete a reggere. La situazione precipita molto velocemente”. E lo sa bene Giorgio Gori, da oltre un mese sul fronte di un contagio che tante vite ha portato via nella sua Bergamo. “Dal primo marzo al 12 aprile abbiamo avuto 626 morti in più rispetto alla media dell’ultimo decennio, decessi da ricondurre certamente all’epidemia”. In Brasile, come accaduto anche in Italia, non c’è ancora contezza di quello che può succedere e i sindaci carioca si dicono “disorientati” dalle tesi discordanti che si rincorrono tra le autorità e scienziati nel più grande paese del Sud America. “Anche da noi c’è stata una iniziale sottovalutazione – ha spiegato Decaro – e quando abbiamo cominciato a vedere queste foto (il presidente Anci ha mostrato immagini di decine di bare allineate n.d.r.) abbiamo capito la drammaticità della situazione”.
Ospedali intasati, il Paese fermo e le attività economiche ancora in produzione ristrette alla sola filiera alimentare e farmacologica. “Da noi – ha ricordato Gori – i cittadini hanno capito il livello di gravità quando hanno visto morire e ammalarsi parenti e amici. E’ stato questo il più forte elemento deterrente rispetto alla voglia di uscire di casa”.
L’emergenza, però, non è solo sanitaria ma anche economica e amministrativa. Anche su questo i primi cittadini brasiliani hanno fatto domande e chiesto consigli. “Nei Comuni – ha risposto Decaro – abbiamo lasciato aperti solo alcuni servizi fondamentali come quelli delle anagrafi e delle polizie locali. E sui servizi sociali abbiamo chiesto ed ottenuto dal governo una prima tranche di risorse per dare una mano, sotto forma di kit alimentari e buoni spesa, alle fasce più deboli della popolazione”. E sul mancato introito dei tributi, hanno chiesto Donizette e Filho? “La richiesta al governo – ha risposto il presidente dell’Anci – è stata di cinque miliardi di euro per sostituire le mancate entrate fiscali o eliminare per un certo periodo tasse che non vogliamo far pagare ai cittadini, come quella per l’occupazione del suolo pubblico o quella dei rifiuti”. Alla domanda di come il sistema sanitario italiano ha risposto allo tsunami dei contagi ha risposto Giorgio Gori: “I nostri ospedali hanno fatto e stanno facendo i miracoli – ha rimarcato il sindaco di Bergamo – e ritengo la risposta adeguata anche se scelte politiche del passato hanno di molto indebolito la sanità territoriale dei medici di base. Il consiglio che posso darvi – ha aggiunto – è rafforzare le cure domiciliari, controllando la saturazione dell’ossigeno dei pazienti e munendosi di bombole d’ossigeno. Questo, se arriverà l’ondata di contagi, vi permetterà di diluire i ricoveri e di non intasare e portare al collasso gli ospedali”.
“Non c’è, al momento, altra soluzione se non quella di evitare i contatti sociali – hanno concluso Decaro e Gori -, per questo attenetevi alle disposizioni delle autorità sanitarie. E’ questo l’unico modo per fermare la diffusione in attesa che arrivi, speriamo presto, un vaccino”.