• Ottobre 4, 2013
di anci_admin

Notizie

XXX Assemblea – Consulta piccoli Comuni: “A Firenze con proposte irrinunciabili”

I Comuni, ed i piccoli Comuni in particolare, mai come nell’anno in corso, stanno vivendo una ...

I Comuni, ed i piccoli Comuni in particolare, mai come nell’anno in corso, stanno vivendo una condizione di estrema difficoltà da molti punti di vista. La Consulta Nazionale ANCI ed i delegati regionali dei Piccoli Comuni sono tornati a riunirsi stamani presso la sede dell’ANCI, anche in vista della XIII Conferenza nazionale dei Piccoli Comuni che si terrà a Firenze il 23 ottobre mattina.
Questo, in sintesi, quanto emerso:
“L’applicazione del patto di stabilità anche ai piccoli Comuni tra i 1000 ed i 5000 abitanti a partire dal 2013, è una prospettiva insostenibile e rasenta la “follia”, non solo per il sacrificio finanziario richiesto ma anche per la sua irragionevolezza e ingestibilità tecnica” –  ha dichiarato Mauro Guerra, Coordinatore nazionale piccoli Comuni ANCI. “I bilanci di questi Enti sono di entità ridotta, estremamente rigidi e con una dipendenza quasi totale da fonti esterne per ciò che riguarda gli investimenti, ciò comporta l’impossibilità di governare ragionevolmente i flussi di cassa così come richiesto dal patto di stabilità. Sempre nel 2013 sono impegnati sempre più a costruire le gestioni associate obbligatorie  sostanzialmente di tutte le loro funzioni fondamentali, uno sforzo di immane riorganizzazione complessiva. Un processo di per se difficile e assolutamente incompatibile con la rigidità delle regole del patto di stabilità definite su ogni singolo Ente.
“Tutto ciò, unitamente al devastante impatto recessivo e di blocco delle economie locali minori che queste misure già stanno producendo, impone di riesaminare urgentemente l’intera questione, scongiurando da subito ogni ulteriore ripercussione negativa. Non intendiamo certo sottrarci ai doveri di contribuire al risanamento della finanza pubblica ma proprio per questo chiediamo con forza che non si estenda l’applicazione di norme irragionevoli e dannose per la gran parte del Paese e delle economie locali. L’ANCI, anche in sede di Ufficio di Presidenza riunitosi recentemente a Milano, conferma una posizione netta su questo tema ed andrà avanti fino in fondo per ottenere risposte urgenti in questa direzione”.
“Apprezziamo lo sforzo del Governo teso al riordino dell’assetto istituzionale del sistema delle autonomie”, ha dichiarato Mauro Guerra, delegato nazionale ANCI per i piccoli Comuni, “ma riteniamo che il testo del ddl proposto sulle Città Metropolitane, Province, Unioni e fusioni di Comuni necessiti di alcune modifiche che riteniamo indispensabili, in particolare, per i piccoli Comuni. Nel merito si condivide l’obiettivo di un rafforzamento delle forme di cooperazione tra piccoli Comuni finalizzato a garantire migliori servizi ai cittadini ed adeguatezza nell’esercizio delle funzioni fondamentali, anche in relazione alla riforma delle province”, afferma il Coordinatore nazionale.
In questo quadro, abbiamo rappresentato al Ministro per gli Affari Regionali, Graziano Delrio, alcune proposte migliorative del testo, in gran parte condivise.
Tra queste: 1) Lo strumento delle convenzioni ex art. 30 Tuel costituisce un elemento di flessibilità ed elasticità dei processi di cooperazione intercomunale e di gestione associata delle funzioni che, unitamente e integrato con la promozione delle Unioni di Comuni come soggetti di coordinamento e supporto di area, deve continuare ad essere uno strumento a disposizione dei piccoli Comuni per meglio adeguare, anche nel rapporto con Comuni non in obbligo, le strategie di gestione associata alle diverse realtà territoriali; 2) Sulle modalità di costruzione della rappresentanza dei Comuni nel nuovo livello provinciale occorre un supplemento di riflessione che consenta possibilità di rappresentanza dei piccoli Comuni anche in realtà nelle quali sono molto numerosi e con dimensioni demografiche particolarmente contenute; 3) nel momento in cui si individua la linea della gestione associata come asse strategico per la riforma dell’intero sistema delle autonomie occorre accompagnare questo processo con adeguati meccanismi di incentivazione,  non solo di carattere finanziario, ma anche di carattere finanziario. Così come risultano insostenibili e impraticabili le attuali modalità del patto di stabilità. E’ una condizione inaccettabile, che rischia di smentire nei fatti l’importanza che si afferma dell’obiettivo delle gestioni associate strutturate; 4) alla luce del disegno complessivo di riforma, delle straordinarie difficoltà derivanti dall’incrociarsi sui piccoli Comuni nel corso di questo 2013 delle normative sul patto di stabilità e dell’obbligo di gestione associata di ben dieci su undici delle funzioni fondamentali, nonché in considerazione del fatto che la stragrande maggioranza di questi Comuni andrà al voto nella prossima primavera e risulta difficile a fine mandato impegnare gli enti nella strutturazione di cosi importanti e decisive modalità di gestione associata; riteniamo necessaria una diversa graduazione dei termini per la gestione associata delle funzioni, rispetto alla scadenza del 31.12.2013.
"I Comuni, e quelli di minore dimensione demografica in particolare – ha sottolineato Mauro Guerra – vivono una difficile stagione di gravi incertezze e difficoltà e di straordinaria complessità gestionale, sia sul versante ordinamentale che su quello economico-finanziario. Auspichiamo ora un percorso parlamentare che consenta tutti i necessari approfondimenti sui quali lavoreremo e vigileremo, ma che permetta il varo della legge unitamente ai provvedimenti di bilancio e finanziari collegati alla legge di stabilità."
Tra le altre problematiche di interesse dei piccoli Comuni si segnala: a) l’attuale dimensionamento degli organi dei Comuni, oggetto di tagli irrazionali che, a fronte di risparmi ancora tutti da verificare, hanno messo gli stessi Enti nelle condizioni di non poter garantire la democrazia locale e a volte di non poter neppure deliberare per la composizione degli organi numericamente determinata in astratto; b) come garantire lo svolgimento delle funzioni delegate da altri Enti senza personale e strumenti adeguati, non essendo le funzioni fondamentali le uniche che i piccoli Comuni sono chiamati a svolgere; c) la necessità che sulle gestioni associate si rafforzi un quadro normativo nazionale da adeguare – coerentemente – con le specifiche realtà a livello regionale. (com)