- Febbraio 6, 2020
Educazione digitale
Presentati dati Moige, Bianco: “Miglior vaccino a uso distorto della rete è diffondere esperienze”
Il presidente del Consiglio nazionale Anci è intervenuto alla presentazione dell’indagine “La dieta Cyber dei nostri figli”, presentata oggi nella sala polifunzionale della presidenza del Consiglio dei ministri. "Comuni da tempo impegnati contro la comunicazione ostili. Pronti a fare ancora di più"
“Anci è da tempo impegnata a favorire una comunicazione consapevole e non ostile, soprattutto sui social network. Dal protocollo con il Moige del 2017, per azioni contro il cyber bullismo, al Manifesto per la comunicazione non ostile; dalla legge sull’educazione alla cittadinanza fino alla recente campagna “In rete con i ragazzi”, in cui Anci, insieme a Polizia postale, Società italiana di pediatria, Google Italia e Unicredit Foundation promuove in tutto il Paese una guida all’educazione digitale. Sono azioni queste a cui i sindaci tengono molto”. Così il presidente del Consiglio nazionale Anci, Enzo Bianco, intervenuto alla presentazione dell’indagine condotta dal Moige, il Movimento italiano dei genitori, dal titolo “La dieta Cyber dei nostri figli”, presentata oggi nella sala polifunzionale della presidenza del Consiglio dei ministri.
“Abbiamo l’assoluta necessità – ha detto Bianco – di elaborare insieme una rete ancora più grande. Una rete fatta di genitori, di scuole, di forze di polizia e di Comuni che sviluppi la capacità di diffondere capillarmente sul tutto il territori le abitudini in rete, spesso scorrette, dei nostri ragazzi. Con il protocollo siglato con il Moige – ha ricordato Bianco – abbiamo toccato circa 200 Comuni. Dobbiamo alzare l’asticella perché il miglior vaccino è raccontare le esperienze e renderle partecipate, con l’aiuto dei ragazzi come testimonial che sono sicuramente più efficaci di qualsiasi altro soggetto”. “Non dimentichiamo – ha concluso Bianco – che i ragazzi di oggi saranno i cittadini di domani e l’educazione digitale dei millennials e delle nuove generazioni è un tassello centrale per la formazione delle comunità future”.
Tornando alla ricerca emergono dati non proprio rassicuranti. E il primo dato allarmante riguarda le reazioni dei ragazzi rispetto alle connessioni in rete. Ben il 37,7 per cento va in ansia se non è collegato e il 40 per cento prova un senso di delusione se non riceve abbastanza “like” o richieste di amicizia.
A collaborare all’indagine è stata anche la Polizia postale che ha fornito i numeri sui reati commessi nel web registrati negli ultimi due anni. Solo nel 2019, sono stati 460 i casi trattati che hanno coinvolto 52 vittime di età inferiore ai 9 anni, 99 fra i 10 e i 13 anni e 309 fra i 14 e i 17 anni. Secondo la Polizia postale, i casi in generale che vedono una vittima minorenne sono in aumento del 18% e raddoppiano quelli per detenzione e diffusione di materiale pedopornografico. Dal report risulta poi che il 24,8% rinuncia spesso o sempre alle ore di sonno per rimanere connesso, mentre il 40% prova un senso di delusione per l’assenza di notifiche. Davanti alle insidie di internet, i ragazzi si mostrano ingenui: il 71,2% ammette di aver accettato l’amicizia di un estraneo sui social almeno una volta e il 21% di aver incontrato di persona estranei conosciuti in rete. Si fidano del web anche come mezzo di informazione, visto che solo il 18% verifica la fonte.
“Occorre un’educazione a stare in rete. I nostri numeri non rendono giustizia al fenomeno – ha detto il direttore della polizia postale, Nunzia Ciardi, parlando dei rischi del web e del cyberbullismo -. Si tratta di numeri oscuri che sono solo la punta dell’iceberg, perché i ragazzi non denunciano. Noi adulti troppo spesso abbiamo la tentazione deleteria di arretrare di fronte a questo mondo, pensando che non ci appartenga. Dobbiamo dare ai nostri figli degli anticorpi per prevedere le conseguenze di un mezzo che può essere di una portata talmente vasta da non essere più riconoscibile”.
“Questa campagna – ha concluso la presidente del Moige, Maria Rita Munizzi – ci ricorda che è nostro dovere continuare a parlare di bullismo e cyberbullismo perché soltanto accrescendo le conoscenze sul fenomeno si contribuisce a combatterlo. L’educazione ad un uso consapevole della rete – ha concluso – non può prescindere da un lavoro sinergico tra genitori, istituzioni e operatori per la tutela dei nostri figli”
Durante la mattinata è stata, inoltre, presentata anche la nuova campagna promossa dal Moige “Giovani ambasciatori contro il bullismo e il Cyber risk” che coinvolgerà 62mila studenti di 250 scuole italiane. Di questi, 1.250 diventeranno giovani ambasciatori per segnalare casi di bullismo nei loro istituti.