• Settembre 18, 2013
di anci_admin

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Immigrazione – Tavolo interministeriale comunità Rom, Sinti e camminanti, Anci: “Superare fase emergenziale e programmare interventi”

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“Un incontro positivo finalizzato a dare reale attuazione ad una strategia nazionale per l’inclusione delle comunità rom, sinti e camminanti, nato con l’obiettivo di superare la fase emergenziale ed entrare in una fase di programmazione degli interventi”.
Parole dell’assessore alla Legalità e ai diritti del Comune di Genova, Elena Fiorini parlando a margine della riunione del Tavolo interministeriale sulla strategia di inclusione che si è tenuto ieri a Roma presso la sede dell’UNAR. Presieduto dal ministro per l’Integrazione Cécile Kienge, il Tavolo ha visto la partecipazione, tra gli altri, del ministro degli Affari esteri Emma Bonino, del sottosegretario del Lavoro Maria Cecilia Guerra e del sottosegretario all’Istruzione Marco Rossi Doria. 
Positivo dunque il giudizio espresso dall’assessore al Comune di Genova, che ha giudicato “importante la riunione, soprattutto se vista dall’ottica delle città, ovvero le realtà che per prime e in maniera concreta si trovano a dover intervenire sulle politiche di inclusione”.
Fiorini, che ha partecipato al Tavolo in rappresentanza dell’Anci, ha quindi espresso in maniera chiara quella che è la posizione dei Comuni su questo fronte di intervento: “tutti gli oneri e le responsabilità, sia politiche che economiche – ha detto – dovrebbero essere condivise dalle istituzioni ai vari livelli, nazionale regionale e locale e ciascuno – ha aggiunto – dovrà fare la sua parte, altrimenti – ha denunciato l’assessore – il rischio che si corre è la totale mancanza di coordinamento tra i diversi livelli”.
Fiorini ha quindi parlato di alcune “Linee guida della strategia nazionale che sono declinate rispetto alle specificità dei territori, sono linee – ha precisato – che includono diversi piani di intervento: da una prima analisi delle popolazioni rom, sinti e camminanti sul piano giuridico al monitoraggio delle popolazioni, fino ad arrivare al superamento della fase emergenziale attraverso l’introduzione di mirate politiche abitative, di politiche sanitarie, e di misure sul piano della formazione, del lavoro, dell’istruzione e formazione nell’ottica di un reale progetto di inclusione”.
Infine, uno sguardo alla realtà genovese: “la mia città – ha concluso l’assessore – pur non facendo parte del gruppo delle cinque città italiane incluse nel piano di emergenza, Torino, Venezia, Roma, Napoli e Milano, tuttavia è un importante laboratorio e può diventare un esempio virtuoso per la sperimentazione di un piano locale di inclusione”. (fr)