- Luglio 15, 2013
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Ifel – Gli operatori privati e le imprese nei progetti POR FESR 2007 – 2013
Gli operatori privati e le imprese nei progetti POR FESR 2007 - 2013 è la nuova pubblicazione...Gli operatori privati e le imprese nei progetti POR FESR 2007 – 2013 è la nuova pubblicazione curata dall’IFEL. Lo studio condotto dalla Fondazione dell’Anci ha come fonti ufficiali i dati pubblicati da OpenCoesione, aggiornati al 31 dicembre 2012, relativi allo stato di attuazione dei 46.743 progetti dei POR FESR del ciclo di programmazione 2007-2013, con un ammontare di costi e pagamenti rendicontabili pari a circa 18,5 e 8,5 miliardi di euro rispettivamente e con uno stato di avanzamento finanziario del 45,7%.
Agli esiti della terza riprogrammazione posta in essere nell’ambito del Piano di Azione e Coesione, il contributo totale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) 2007-2013 programmato per l’Obiettivo Competitività Regionale e Occupazione ed Obiettivo Convergenza ammonta a 35.718.984.720 euro. Il focus della presente analisi è rappresentato, però, dalle sole risorse relative ai PO Regionali FESR 2007-2013, pari a 24.518.899.538 euro .
L’analisi riportata di seguito ha come fonti ufficiali i dati pubblicati da OpenCoesione , aggiornati al 31 dicembre 2012, relativi allo stato di attuazione dei 46.743 progetti dei POR FESR del ciclo di programmazione 2007-2013, con un ammontare di costi e pagamenti rendicontabili pari a circa 18,5 e 8,5 miliardi di euro rispettivamente e con uno stato di avanzamento finanziario del 45,7%.
La maggior parte dei 46.743 progetti (il 53,2%) e dei relativi costi ammessi (il 36,9%) è riconducibile agli operatori privati ed imprese, che si dimostrano la categoria di soggetto beneficiario più coinvolta nei POR FESR 2007-2013 (Tabella 1). Una simile opzione sembra sottendere una parziale sconfessione dell’obiettivo di utilizzare le risorse della coesione non per compensare eventuali maggiori costi localizzativi delle imprese, ma per incidere proprio sui gap di contesto (infrastrutturali, economici, sociali) che li determinano. Ne risulta una minore capacità di incentivare la realizzazione di progetti relativi ad investimenti in infrastrutture, servizi pubblici, ricerca ed innovazione, ossia interventi coerenti con le priorità del Quadro Strategico Nazionale 2007-2013. La restante metà degli interventi è attuata da molteplici soggetti: regioni, province, comuni, Unioni di Comuni, Comunità Montane, scuole, Università, Istituti di ricerca pubblici, organismi di categoria ed altri enti pubblici come Ministeri, aziende sanitarie locali o enti parco.
Le amministrazioni comunali sono i soggetti che dopo i privati gestiscono la mole più ampia di risorse, pari ad oltre 5,3 miliardi di euro, seguite dalle amministrazioni regionali, a quota circa 3,2 miliardi. A grande distanza, con 1,8 miliardi di euro, gli altri enti pubblici ed organismi di categoria, le province con 829,6 milioni, le scuole, Università ed Istituti di ricerca pubblici con 421,9 milioni ed infine, con solo 98,9 milioni di euro le Unioni di Comuni insieme alle Comunità Montane.
Lo stato di avanzamento più elevato (60,8%) corrisponde agli interventi in capo a scuole, Università ed Istituti di ricerca pubblici, non a caso i soggetti con le operazioni di taglia finanziaria in media più ridotta (17 volte più piccola rispetto alla taglia media dei progetti comunali) e con la percentuale più bassa di progetti ancora non avviati (1,5%).
I privati e le regioni registrano un livello dei pagamenti di poco superiore alla metà dei costi, pari cioè in entrambi i casi intorno al 52%. Tuttavia il 24,5% delle operazioni regionali è ancora fermo ai blocchi di partenza, contro il 13,9% di quelle in capo ai privati. Se quest’ultimo dato evidenzia da un lato una forte, quanto inaspettata, difficoltà delle regioni ad avviare gli interventi dei quali sono beneficiarie, dall’altro dimostra come le amministrazioni regionali, limitatamente ai progetti che sono riuscite a lanciare, tengano il passo con i privati nell’avanzamento finanziario.
Inoltre gli operatori privati e le imprese dimostrano una certa vivacità ed abilità nella gestione dei progetti FESR: è vero che sono secondi soltanto ai soggetti ascrivibili al comparto della scuola in termini di avanzamento finanziario e di incidenza di progetti avviati, ma bisogna ricordare che seguono operazioni per un importo 16 volte superiore a quello gestito da scuole, Università ed Istituti di ricerca pubblici. Basti pensare che il progetto con il costo ammesso più elevato attuato dai privati, relativo alla linea ferroviaria Palermo-Punta Raisi, ammonta a circa 280 milioni di euro, ossia più della metà dei complessivi 422 milioni di euro in capo al comparto dell’istruzione e della ricerca.
Al 31 dicembre 2012, poco più di 19mila soggetti risultano beneficiari di almeno uno dei 24.871 progetti POR FESR 2007-2013 in capo ad operatori privati ed imprese (Tabella 2). Il costo rendicontabile si attesta intorno alla cifra dei 3 miliardi di euro in ciascun Obiettivo, tuttavia nell’Area Competitività si concentra il 72,5% di tali interventi, ai quali è associato dunque un costo rendicontabile medio nettamente inferiore al dato medio Convergenza. Infine si rileva come lo stato di avanzamento degli interventi nell’Area Competitività superi di 26 punti percentuali il dato Convergenza (66,2% vs 40,2%), indicando una performance migliore per le regioni dell’Obiettivo Competitività, nelle quali 2/3 dei costi ammessi risultano pagati.
Dalla Tabella 3 è possibile evidenziare le modalità di attuazione da parte degli operatori privati ed imprese confrontate con le modalità dei comuni beneficiari dei POR FESR 2007-2013. Tra gli interventi attuati da imprese e privati spiccano in termini numerici quelli destinati alla competitività delle imprese (41,2%) ed alla ricerca ed innovazione (39,9%). È proprio al tema della ricerca che è destinata la quota più ampia di risorse, pari al 31,2% dei costi rendicontabili totali gestiti dai privati, seguono gli interventi di mobilità, ai quali corrisponde il 28,8% dei costi ammessi complessivi in capo a privati ed imprese.
Dal lato dei comuni la programmazione sembra meno concentrata rispetto a quanto avviene per i privati: le amministrazioni comunali attuano un 23,4% di progetti dedicati alla tutela ambientale, un 24,8% destinato all’efficientamento energetico, un 15,6% per l’attrazione culturale, naturale e turistica ed un 13,2% per il rinnovamento urbano e rurale. Tuttavia, in termini di risorse, i principali temi d’intervento sono quello dei trasporti, con il 25,2% dei costi rendicontabili totali in capo ai comuni, quello del rinnovamento urbano e rurale, a quota 22,8%, e quello della prevenzione dei rischi ambientali, che si attesta al 20,9% dei costi ammessi. L’avanzamento finanziario dei progetti attuati dai privati e dalle amministrazioni comunali indica a livello complessivo una gestione più performante da parte degli operatori privati ed imprese (52,6% vs 36,5%): i comuni registrano uno stato di avanzamento migliore solo nel campo del rafforzamento della capacità della PA e nel campo della mobilità. Quest’ultimo tema, legato ai trasporti ed alle infrastrutture a rete, rappresenta sia per i privati che per i comuni, il settore d’intervento che costituisce le maggiori difficoltà nella partenza delle operazioni: le percentuali più elevate di progetti ancora non avviati sono ascrivibili proprio al tema suddetto. Il 41,2% dei progetti di mobilità attuati da privati ed imprese è fermo ai blocchi di partenza ed il dato scende di poco, al 35,0%, per i comuni italiani. La questione è rilevante a causa della mole ingente di risorse destinate a tali progetti.
La Tabella 4 permette di confrontare invece le performance di privati e comuni nell’attuazione dei progetti dei quali sono titolari, in base alla classe di costo rendicontabile degli interventi. In entrambi i casi emerge un fenomeno di frammentazione delle operazioni, data l’elevata presenza di "micro-interventi". I progetti attuati dai comuni sono, in media, di piccolo taglio: il 43,5% di questi ha un importo unitario fino a 150.000 euro e solo l’1,3%, ossia 86 interventi, supera i 5 milioni di euro di costo ammesso. Una tale frammentazione delle risorse difficilmente può riuscire a rispondere alle istanze di crescita strutturale. Al contrario sembra far emergere l’esigenza di far fronte a problemi di finanza locale indotti da tagli ai trasferimenti di risorse ordinarie di bilancio.
Lo scenario risulta ancora più estremo nel caso delle operazioni in capo ad operatori privati ed imprese: l’80,2% dei progetti non supera i 150.000 euro di costo rendicontabile e pertanto risulta difficile immaginare come i "micro-interventi" possano impattare strutturalmente sullo sviluppo del Paese.
Infine si rileva che a soffrire dello stallo sono per lo più i progetti con i costi ammessi più elevati: delle azioni che oltrepassano i 50 milioni di euro si tratta del 30,8% per i privati e del 42,9% per i comuni. (com)
Glossario
Costi rendicontabili UE: costo ammesso al contributo comunitario.
Pagamenti rendicontabili UE: importo totale dei pagamenti ammessi.
Avanzamento finanziario dei progetti: pagamenti rendicontabili UE rapportati ai costi rendicontabili UE, per 100.
Soggetto attuatore: soggetto responsabile dell’attuazione del progetto. Nel caso dei fondi strutturali corrisponde al cosiddetto "beneficiario", ex art 2 del Regolamento CE n.1083/2006.
Progetti con multiattuatore: progetti con più di un soggetto attuatore. Tale fattispecie di interventi non rientra nell’analisi, data l’impossibilità di individuare univocamente sia il soggetto che attua il progetto, sia la quota di costi e pagamenti rendicontabili UE in capo a ciascuno dei soggetti che risultano attuatori dello stesso progetto.
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Gli operatori privati e le imprese nei progetti POR FESR 2007-2013
Le tabelle