• Maggio 15, 2018
di anci_admin

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Intimidazioni a sindaci – Le storie di coraggio dei primi cittadini di Polverara, Desulo e Marcianise a Tg2 ‘Lavori in Corso’

Dalle zone dove storicamente sono attive sacche di criminalità organizzata, ai territori in c...

Dalle zone dove storicamente sono attive sacche di criminalità organizzata, ai territori in cui la rottura delle consuetudini e delle tradizioni in nome della legalità suscita reazioni, fino al profondo Nordest dove il coraggio civile della trasparenza si scontra con il malaffare. Essere sindaco in Italia è sempre più un mestiere a rischio e lo dimostrano le indagini condotte da Avviso pubblico che segnalano una crescita costante delle minacce e delle intimidazioni ai danni degli amministratori locali. A questo tema la rubrica del Tg2 Lavori in Corso ha dedicato un approfondimento sentendo le voci di tre primi cittadini.
“Quando decidi di candidarti non ti aspetti che amministrare un Comune, grande o piccolo, sia così difficile”, afferma Alice Bulgarello, sindaco di Polverara, piccolo centro nel padovano. Appena insediata, lei si è trovata a fare i conti con una indagine già avviata per una serie di lavori pubblici mai completati ma pagati alle ditte incaricate. E non ha avuto dubbi costituendo l’amministrazione parte civile nel processo a carico di ex amministratori ed imprenditori. Per questo ha ricevuto una lettera che la avvertiva di stare molto attenta a quanto avrebbe detto in tribunale. “Non ho avuto paura ma un poco di preoccupazione. Non è facile spiegare ai bambini perché ci sono i Carabinieri sotto casa”, ammette Bulgarello. “Ma la vicinanza dei cittadini ed il positivo lavoro di formazione svolto nelle scuole sulla legalità sono di grande conforto”.
A Desulo nel nuorese il sindaco Gigi Littarru ha invece subito un vero e proprio attentato nel cuore della notte: tre colpi di fucile caricato a pallettoni ad altezza uomo sparati contro le finestre della casa. Il tutto legato all’ordinanza per l’abbattimento di alcuni maiali che pascolavano allo stato brado. “Certe cose in un paese come il mio le metti in conto, ma penso alla serenità della mia famiglia che – afferma Littaru – alla fine limita la mia possibilità di decisione”. Il vero problema “sono gli atteggiamenti che si possono ricondurre ad un sistema mafioso che lascia messaggi sotto traccia o scritte sui muri condizionando la nostra indipendenza di amministratori”, osserva.
Infine, il sindaco di Marcianise Antonello Velardi che vive sotto scorta dopo aver ricevuto minacce di morte per la sua azione all’insegna della legalità. “Ho cercato di ripristinare legalità e trasparenza iniziando con il mandare a casa dirigenti comunali che pensavano di fare il bello ed il cattivo tempo”, spiega Velardi che ha anche fatto sloggiare alcune famiglie abusivamente installate nel velodromo cittadino. Alla fine, di fronte alle minacce, Velardi aveva deciso di gettare la spugna dimettendosi, salvo poi ripensarci. “Mi ha spinto un moto irrazionale, sono un temerario. Il fatto di fare delle cose per la propria città in direzione completamente diversa da quanto è stato fatto finora mi spinge ad andare avanti”, sottolinea il sindaco casertano. (gp)