- Aprile 12, 2018
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Bianco: “La rigenerazione urbana passa da un ministero dedicato e da regole europee a misura d’uomo”
“La sinergia tra Anci e Confcommercio mira a ridare nuova vitalità ai centri urbani che...
“La sinergia tra Anci e Confcommercio mira a ridare nuova vitalità ai centri urbani che significa rete di servizi, qualità della vita, accoglienza. Per fare tutto questo, auspichiamo che ci sia, nel territorio, una forte collaborazione, che nel nuovo governo si pensi ad un ministero per le aree urbane dedicato anche a questo tema e che a Bruxelles si facciano più regolamenti a misura d’uomo e meno per burocrati”. Questo, in sintesi il punto di vista espresso dal presidente del consiglio nazionale Anci e sindaco di Catania Enzo Bianco al primo dei quattro appuntamenti di "Dare Forma ai Fondi: ripartiamo dalle città!" evento organizzato da Confcommercio e che abbina le tappe del Roadshow2018, organizzato dalla Delegazione Confcommercio presso l’Ue, alle attività del Laboratorio Nazionale su Rigenerazione Urbana di Anci Confcommercio, coordinato dal Settore Urbanistica.
L’appuntamento di oggi, che prosegue e si conclude domani 13 aprile, è incentrato su "Città, Commercio e Innovazione" e si articola in un dibattito politico sul futuro delle politiche europee per le città e in un approfondimento pratico tra le città della sperimentazione Anci/Confcommercio sull’attuazione di buone pratiche di rigenerazione urbana.
L’obiettivo è quello di individuare soluzioni e risorse per sostenere concretamente la competitività di città e imprese, anche attraverso l’uso di nuove tecnologie.
Facendo una considerazione di scenario, il sindaco Bianco ha ricordato l’accentuato fenomeno di urbanizzazione che per decenni ha interessato il nostro paese e che ha portato gioco forza ad uno snaturamento delle città e dei centri storici. “Quando si sottoscriveva il protocollo con Confcommercio nel 2015 – ha sottolineato – secondo Eurostat, oltre il 70% dei cittadini europei viveva nelle aree urbane e la percentuale è in costante aumento. Sono dati preoccupanti, che pongono le città europee di fronte a sfide sempre più complesse: gestire l’accoglienza, contrastare la povertà urbana, favorire una crescita ecosostenibile, migliorare la qualità dell’aria”.
“In questo contesto – ha aggiunto – si inserisce l’adozione dell’Agenda Urbana dell’UE, avvenuta con il Patto di Amsterdam, che istituzionalizza una più stretta collaborazione tra i diversi livelli di governo, da quello europeo a quello locale, per rigenerare le nostre città”.
Bisogna quindi collaborare per realizzare una conservazione ragionata e condivisa delle risorse storiche puntando sulla riassegnazione ai centri storici della loro antica funzione di fulcro cittadino della vita commerciale, culturale e sociale. Una collaborazione per obiettivi che passa secondo Bianco “da una rinnovata cooperazione tra Anci e Confcommercio che andremo ad integrare nuovamente nei prossimi mesi del 2018” ma anche dall’auspicio di “un ministero dedicato alle aree urbane nel prossimo governo e che a Bruxelles si facciano regole più a misura d’uomo e meno per burocrati”.
Una posizione sposata anche dal sindaco di Cosenza e delegato Anci all’urbanistica e lavori pubblici, Mario Occhiuto che riflettendo sul rilancio delle città “contenitori di uomini e anche di attività commerciali” guarda al futuro del protocollo in un’ottica di investimento. “Servono azioni di riqualificazione delle città che passano attraverso un mix di operazioni: dall’utilizzo mirato delle risorse messe a disposizione dai fondi strutturali obiettivo convergenza per le regioni meno avanzate al partenariato pubblico-privato”.
Una sfida che nelle parole del sindaco di Prato, Matteo Biffoni, deve puntare alla qualità. Qualità del commercio, qualità del turismo, qualità per le persone che le città le abitano. “Noi sindaci – afferma – dobbiamo avere a disposizione strumenti che ci garantiscano standard di qualità alti, in primis nei centri storici. C’è bisogno di una santa alleanza tra chi fa vivere le realtà cittadine quotidianamente e il confronto con le associazioni di categoria serve proprio per comprendere le esigenze di chi ha un esercizio commerciale e a noi di fornire il punto di vista di chi amministra le cosa pubblica anche nel suo interesse”. (fdm)