- Giugno 14, 2013
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Comuni, appalti unici dal 2014
Centrali di committenza. Slitta l'obbligo per gli enti fino a 5mila abitanti Comuni, appalt...Centrali di committenza. Slitta l’obbligo per gli enti fino a 5mila abitanti
Comuni, appalti unici dal 2014
Gianni Trovati MILANO.
L’obbligo per i Comuni fino a 5mila abitanti di associarsi in una centrale unica di committenza per gli appalti di lavori, servizi e forniture slitta al 31 dicembre: il termine, però, era già scaduto il 31 marzo scorso, per cui il rinvio fa salve le procedure già avviate e il suo effetto più importante è quello di bloccare le sanzioni per chi non si è adeguato. L’intreccio nasce in Senato, dove è stata approvata la proroga con un emendamento alla legge di conversione del Dl 43/2013 sulle emergenze ambientali. Il rinvio a fine anno interviene sulla scadenza originaria che era stata fissata dal decreto «Salva-Italia» (articolo 23, comma 5 del Dl 201/2011), e che nonostante sia già trascorsa da un pezzo continua a creare parecchie difficoltà ai 5.700 piccoli Comuni coinvolti. «L’obbligo – conferma Mauro Guerra, coordinatore nazionale Anci dei piccoli Comuni – rischiava di creare un ulteriore elemento di incertezza e di blocco degli investimenti locali», alzando un ostacolo ulteriore al rapporto con le imprese che nei Comuni fra mille e 5mila abitanti scontano quest’anno anche il debutto dei vincoli finanziari collegati al Patto di stabilità. La matassa è accresciuta dall’intreccio delle scadenze che quest’anno vogliono rivoluzionare la gestione dei piccoli enti. Entro il 31 marzo i Comuni sotto i 5mila residenti hanno dovuto associare in Unione o convenzione tre delle loro funzioni fondamentali, ma l’obbligo della gestione associata integrale di tutte le attività caratterizzanti arriverà a fine anno. Con il rinvio, anche la centrale unica di committenza si uniforma alle scadenze ulteriori, alleggerendo quella che secondo Guerra è «l’irrazionale difformità» del calendario. I tempi supplementari consentiranno anche di provare ad appianare le divergenze interpretative che naturalmente sono fiorite anche intorno alla centrale unica di committenza. Per esempio la normativa fa riferimento alla possibilità di stipulare «accordi consortili», ma la previsione cozza contro l’abolizione dei consorzi portata dalla Finanziaria 2010.
Il Sole 24 Ore Pag. 14