• Giugno 3, 2013
di anci_admin

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Valorizzazione immobili – Reggi (Fpc): “Partita importante per i Comuni, all’Eire di Milano presenteremo le proposte della Fpc”

Pubblichiamo l’intervista a Roberto Reggi, presidente della fondazione Anci Patrimonio comune,...

Pubblichiamo l’intervista a Roberto Reggi, presidente della fondazione Anci Patrimonio comune, pubblicata sul numero speciale di FocusQI dedicato interamente alla fiera Eire evento al quale la Fpc parteciperà, con convegni e approfondimenti sul tema, per parlare di valorizzazioni e gestione del patrimonio immobiliare dei Municipi italiani.
 
Presidente Reggi, come è nata la decisione di partecipare con la Fondazione Patrimonio Comune dell’Anci a questa edizione di Eire?
La fondazione Patrimonio Comune dell’Anci ha come scopo statutario quello di sviluppare e diffondere la cultura della valorizzazione e della gestione attiva del patrimonio di proprietà dei Comuni italiani, supportando e collaborando con tutti i soggetti, sia pubblici che privati, interessati a compiere operazioni straordinarie sugli asset degli enti locali. La Fpc rappresenta, oggi, la struttura tecnica che Anci pone a disposizione dei propri associati sui temi della valorizzazione, del federalismo demaniale e sulle forme innovative di partenariato pubblico privato. La sfida della massimizzazione dei benefici pubblici e delle risorse finanziarie rinvenienti dai propri patrimoni immobiliari è una partita importante che i Comuni possono e debbono vincere e, in un contesto difficile e non certo privo di rischi, anche l’Anci mira ad incrementare ed ampliare il proprio contributo e supporto ai propri associati. Sulla base di queste premesse l’adesione ad Eire è quasi un passaggio dovuto: la nostra idea, infatti, è di valorizzare al meglio gli asset e le competenze degli Enti locali cercando, assieme agli operatori privati, i settori sui quali puntare e creando, in partnership con i soggetti pubblici, le condizioni per rendere concretamente attrattivi i territori sfruttando anche le proposte presentate al Piano Città che, per noi, rappresenta un bacino progettuale di estremo rilievo. Ed il Piano Città, in particolare, sarà il filo conduttore del nostro spazio espositivo e dei nostri meeting.
Il tema delle dismissioni e valorizzazioni pubbliche è al centro della manifestazione. La presenza della FPC è testimonianza della volontà dei Comuni di incontrare i privati per procedere insieme su questo terreno. Quali sono gli obiettivi della vostra partecipazione?
Noi conosciamo bene le realtà locali perché le rappresentiamo istituzionalmente con l’Anci e le supportiamo nel lavoro di ideazione e finalizzazione dei progetti di valorizzazione tramite la FPC, lo abbiamo fatto all’interno del Piano Città e lo stiamo facendo tramite azioni di marketing puntuali; tuttavia, a livello locale, abbiamo un grosso problema che limita la capacità di investire dei Comuni: ovviamente mi riferisco al patto di stabilità ed ai limiti dell’indebitamento. Abbiamo quindi, la necessità di intercettare all’origine l’interesse e le competenze del mondo privato. Nella sostanza abbiamo la missione di strutturare e di facilitare quelle partnership tra mondo privato e soggetti pubblici che sino ad oggi hanno prodotto abbastanza poco sul territorio. Abbiamo raggruppato progetti e Comuni secondo precise tematiche che ci sembrano molto attuali e le presentiamo con trasparenza e chiarezza senza celare le difficoltà. Ci auguriamo che il nostro ruolo esca rinfrancato da questa esperienza e che il nostro lavoro sia sempre più apprezzato sia dai Comuni sia dagli operatori. Ci aspettiamo, d’altro canto, un prezioso contributo da parte dei soggetti privati sia in termini di idee, sia in termini di proposte concrete sui progetti che esporremo.
Crediamo che sia questa, assieme ad altre opzioni di tipo fiscale (come ad esempio la detassazione degli investimenti che creano, soprattutto a regime, occupazione) e legate al tema dell’efficienza energetica, la strada giusta per far ripartire l’ingranaggio che si chiama mercato immobiliare. Nessuno oggi, e mi riferisco sia alle istituzioni pubbliche, sia al mondo privato, può permettersi di non mettersi in gioco cercando soluzioni innovative da applicare al settore immobiliare. Il confronto dovrà essere necessariamente aperto e costruttivo: la partita è importante e la sfida coinvolge tutti, non solo gli investitori e la PA, ma anche i gestori ed i fruitori finali delle nostre città. Non possiamo più permetterci di essere pigri.
Com’è organizzata la vostra presenza in fiera?
In generale, la collaborazione con i Comuni che aderiscono al Progetto “Patrimonio Comune” dell’ANCI si fonda sulla consapevolezza che occorre mettere a sistema i progetti di sviluppo e di riqualificazione delle città, con le opportunità oggi esistenti sul mercato derivanti da programmi comunitari, statali e regionali cercando soprattutto di coinvolgere, in una logica di integrazione, finanziamenti e competenze dei privati. Per noi, queste partnership rappresentano un gigantesco laboratorio a cielo aperto all’interno delle quali condividere e sperimentare metodi ed obiettivi da diffondere in altre realtà. È sulla base di questa idea che accoglieremo nel nostro stand circa 40 Comuni suddivisi per filoni tematici. Sempre sulla base di questo ordinamento tematico, abbiamo organizzato eventi e workshop aperti sia alle pubbliche amministrazioni, sia agli operatori del settore.
Ad esempio sul tema del “Riuso di edifici pubblici” abbiamo proposte importanti da parte del Comune di Orvieto. Sempre sullo stesso filone, ci sono progetti del Comune di Pisa con le 3 caserme situate nel centro della città, di Pavia che propone la valorizzazione di numerose aree pubbliche e di Lecce che ha una idea innovativa di sviluppo della città in chiave smart con l’introduzione di funzioni a supporto del centro storico. Sul water front c’è la realtà di Civitavecchia, particolarmente vivace sul tema porto e sviluppo sostenibile. I loro progetti prevedono la valorizzazione delle vocazioni locali: la riqualificazione dell’area di Fiumaretta, la riconversione dell’area Italcementi e la riqualificazione del Water Front. Ma anche Cagliari, Savona, Ancona e Rimini presentano la loro visione strategica con all’interno interventi per la riqualificazione del lungomare e dell’immagine turistica.
Sui temi dell’housing sociale, del consumo “zero” del suolo e del riuso dell’esistente, abbiamo la proposta dell’area Navile di Bologna già in parte finanziata all’interno del Piano Città, quella di Potenza e Campobasso e poi c’è Firenze che promuove la riqualificazione dell’area attorno al Nuovo Teatro dell’Opera. Sempre all’interno del filone “riuso dell’esistente”, Reggio Emilia propone la riconversione dell’area ex Officine Meccaniche Reggiane, il programma sul Quartiere Mirabello (una vasta area ludico-sportiva) e la riqualificazione dell’area del Consorzio Agrario Provinciale. Accoglieremo anche il Comune di Piacenza, di Perugia e di Ascoli Piceno con il fine di attuare le proposte presentate al Piano città e di avviare processi di valorizzazione sugli immobili di proprietà comunale. Infine, nel nostra stand, ci saranno anche Comuni più piccoli che presenteranno iniziative significative ed emblematiche: mi riferisco al Comune di Riccia con la proposta di albergo diffuso, al Comune di San Giovanni Teatino che, assieme a Pescara, ha avviato un processo di riqualificazione di un’ampia porzione del suo territorio a confine con il capoluogo e al Comune di Ormea che sta strutturando un sistema integrato di valorizzazione delle risorse forestali: dalla lavorazione del legno alla produzione di energia elettrica ed energia termica. Sarà ovviamente il mercato a dirci quali sono le proposte più interessanti. (com/ef)