- Novembre 22, 2017
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Valentini: “Dati confermano impegno dei Comuni, ma servono fondi nazionali diretti”
“L’edizione 2017 di Ecosistema rischio di Legambiente evidenzia ancora come il nostro Pa...
“L’edizione 2017 di Ecosistema rischio di Legambiente evidenzia ancora come il nostro Paese sia il più esposto d’Europa ai rischi di dissesto idrogeologico, amplificati dagli effetti disastrosi del cambiamento climatico ma anche da politiche urbanistiche scriteriate, condotte nel passato ‘sviluppista’ e supportate dai condoni edilizi degli ultimi decenni”. Lo afferma il sindaco di Siena e delegato Anci alla protezione civile, Bruno Valentini, che oggi ha preso parte alla presentazione del rapporto.
“Il documento però conferma anche il dato di impegno costante dei Comuni rispetto alle attività connesse alla riduzione dei rischi: oltre il 65% delle amministrazioni – ricorda il delegato Anci – ha messo in atto opere strutturali per la mitigazione dei rischi, e più del 70% svolge con regolarità attività di manutenzione delle sponde e dei corsi d’acqua, l’80% ha integrato nei piani urbanistici le nuove perimetrazioni dei piani di assetto idrogeologico e si è dotato di un piano di emergenza. Le risposte dei Comuni danno dunque un quadro in evoluzione positiva ma lenta, a causa anche di pesanti condizionamenti come la riduzione di risorse e di personale. Come sempre i sindaci non si tirano indietro, ma gli interventi strutturali sul territorio dipendono da una pluralità di enti ed istituzioni, che hanno in mano le leve finanziarie e normative”, fa notare Valentini. “Alle criticità accennate – prosegue – si aggiungono poi le lungaggini delle procedure di approvazione dei nuovi piani urbanistici, che richiedono in media dagli otto ai dieci anni per giungere a compimento. Oltretutto, in base ai dati presentati da Legambiente, sono circa duemila i nuovi Comuni ad essere stati perimetrati in aree a rischio, con conseguente necessità di rivedere la pianificazione”.
“Nel mio intervento di questa mattina – conclude l’esponente dell’Anci – ho chiesto nuovamente che, come avvenuto per il bando delle periferie, i Comuni possano accedere direttamente a fondi nazionali sulla base di criteri oggettivi legati alla classe di rischio ed alla cantierabilita’ dei progetti, superando il collo di bottiglia regionale che in molti casi rallenta l’utilizzo effettivo delle risorse. Sul tema della protezione civile sta aumentando la percentuale dei Comuni dotati di piani e contiamo che il nuovo protocollo che abbiamo definito con il dipartimento – al quale abbiamo già presentato proposte operative – ne supporti l’estensione, l’aggiornamento e la diffusione fra i cittadini”. (com)