• Settembre 19, 2017
di anci_admin

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QEL Sole 24 Ore – Ricerca, dal convegno Sisp idee e riflessioni per i Comuni italiani

di Massimo Allulli (*)   Si è tenuto a dal 14 al 16 settembre all'Università...

di Massimo Allulli (*)
 

Si è tenuto a dal 14 al 16 settembre all’Università di Urbino, ospitato dal Dipartimento di Economia, Società e Cultura, il convegno annuale della Società italiana di scienza politica. È stata l’occasione per fare il punto sullo stato dell’arte della ricerca politica sui temi più rilevanti in materia di governo, politiche pubbliche, democrazia, con decine di paper che riportano le ricerche in corso in Italia e all’estero su questi temi. Il titolo del Convegno, «Democrazia e democrazie in tempi di cambiamento» dà conto di come il mondo della ricerca si interroghi sulle nuove forme che i fenomeni politici vanno assumendo di fronte alla crisi della rappresentanza e all’emergere di nuove domande e bisogni da parte della cittadinanza.
La sezione sulle politiche locali
Un’attenzione particolare è quella dedicata al governo e alle politiche locali, temi che sono stati al centro di una sezione espressamente riservata agli studi in materia. In questo ambito i Comuni sono al centro di una mole importante di studi volti a indagare i mutamenti che ne interessano le modalità di governo e le politiche pubbliche. La sezione, coordinata da Profeti e Messina (Università di Bologna e Padova), si è basata sull’assunto per cui «i livelli di governo subnazionale rappresentano l’ancoraggio più consistente della politica alla società, il luogo più dinamico di sperimentazione della governance innovativa e di attivazione di nuovi canali di partecipazione democratica». Per questo sono stati raccolti e proposti studi «sull’accresciuta complessità dei processi decisionali multilivello di area vasta; sugli equilibri tra pubblico e privato; sul nuovo protagonismo delle città, delle regioni e delle autonomie funzionali in numerosi settori di policy».
Le ricerche presentate
Di particolare interesse per il sistema dei Comuni il panel sulle politiche di riordino istituzionale in Italia e in Europa. Tra gli studi presentati, quello di Messina che, a partire da una comparazione tra Italia e Francia, analizza come le fusioni di Comuni e la cooperazione intercomunale possano, a determinate condizioni, rappresentare un volàno per la competitività territoriale. Casula, Bolgherini e Marotta (Luiss, Università di Napoli e Università della Calabria) mostrano come i tagli che hanno interessato i Comuni abbiano messo in discussione anche l’efficacia degli strumenti di cooperazione intercomunale. Caporale e Gasperoni (Università di Bologna) presentano uno studio sul recente rinnovo dei consigli di cinque Città Metropolitane, evidenziando una ancora ridotta partecipazione al voto da parte dei Comuni metropolitani più piccoli.
Sulle politiche di genere, si segnala il lavoro presentato da Storti e Perini (Università di Padova) sul caso di Vienna. Qui, a partire dalla istituzione di un Women’s Office all’interno del Municipio, sono state riviste alla luce della pianificazione di genere politiche intersettoriali che spaziano dalla casa ai trasporti, dal verde allo spazio pubblico, mostrando come «il cambiamento nel modo di guardare a una politica abbia avuto ripercussioni sull’intero modo di guardare alle politiche».
Un panel specifico ha riguardato il tema dei servizi pubblici locali, interessati da cambiamenti rilevanti. Uno studio di Profeti, Ravazzi (Università di Torino) e Prontera (Università di Macerata) a questo proposito fa il punto sulle fonti informative disponibili in materia di contratti pubblici e società partecipate, evidenziando una frammentazione in cui da una parte i Comuni sono sottoposti a una richiesta di produzione di informazioni sempre maggiore, e dall’altra stenta a emergere uno strumento di sistematizzazione e apertura delle informazioni prodotte. Sugli stessi temi si interrogano Citroni, Cerruto (Università della Calabria) e Dallara (Università di Bologna) analizzando tra l’altro i cambiamenti organizzativi che hanno interessato i Comuni nell’ambito della contrattualizzazione dei servizi. La riorganizzazione territoriale dell’erogazione dei servizi di trasporto è al centro dello studio di Crucitti, che analizza i modelli di governance multilivello da attivarsi a seguito dell’individuazione da parte delle regioni dei bacini territoriali per le politiche di mobilità. Ancora sul rapporto tra attori istituzionali e extra-istituzionali verte il lavoro di Crispino (Università della Calabria) che mappa trenta esperienza di collaborazione civica e innovazione sociale in cui organizzazioni comunitarie hanno rigenerato spazi in abbandono per offrire servizi in ambito sociale e culturale.
Ricerca e territorio: quale rapporto
Oltre a guardare ai Comuni e alle città come oggetto di ricerca, le riflessioni presentate al convegno hanno anche riguardato il rapporto tra ricerca e territorio. Una sezione di lavoro è stata dedicata a «terza missione, trasferimento tecnologico e Scienza politica», con il coordinamento di Allegretti (Università di Coimbra) e Ciapetti (Università di Bologna). È stato evidenziato come la quota dei «fondi per la ricerca delle Università italiane, provenienti da regione ed enti locali sia cresciuta dal 4% del 2004 al 20% del 2014». In questo quadro tuttavia il trasferimento tecnologico è ancora inteso in termini quantitativi (guardando, ad esempio, ai brevetti), laddove la tecnologia è un «discorso sulle arti, sul saper fare e, più in generale, capacità di organizzare, codificare, applicare e trasferire conoscenze, metodi, competenze». Le scienze politiche e sociali da questo punto di vista possono offrire un contributo prezioso al governo del territorio. In questo quadro alcuni studi propongono il modello dei Parchi Scientifici Tecnologici come strumento per il trasferimento della conoscenza al territorio. Altro modello proposto è quello della «tripla elica», che vede le università in costante connessione con il territorio inteso come sistema complesso (governo, società civile, imprenditoria). Di certo, come evidenza Ciapetti in un suo contributo, la «terza missione» dell’università – cioè il suo rapporto virtuoso con il territorio – può diventare oggetto di politiche pubbliche e rappresentare un’opportunità di innovazione e sviluppo per i Comuni italiani.
(*) Area Studi, Ricerche, Banca dati delle Autonomie Locali