• Luglio 3, 2017
di anci_admin

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Libri – Avvistamenti, La malinconia non è rassegnazione ma sguardo critico sul mondo

La fitta ricerca antropologica di Vito Teti si concentra da anni  sui paesi abbandonati (soprat...

La fitta ricerca antropologica di Vito Teti si concentra da anni  sui paesi abbandonati (soprattutto nella sua Calabria), dei paesi  in via di abbandono, a rischio spopolamento 40 anni fa (per il flusso migratorio e per  le devastati alluvioni), e poi sulla scomparsa della cultura del vicolo (territorio vuoto anche all’interno di paesi abbandonati). E in Calabria gli abitanti dei paesi dell’interno si aggirano come ombre e fantasmi, spaesati nei paesi, esuli in patria, stranieri a loro stessi, apatici, litigiosi, speranzosi, rassegnati e testardi.  L’autore  si dichiara ossessionato e turbato dalle case vuote del proprio piccolo paese:  all’origine del saggio troviamo dunque una una tonalità emotiva,  una passione personalissima, e la nostalgia di relazioni primarie e di solidarietà oggi sparite. Quel che resta. L’Italia dei paesi, tra abbandoni e rovine (Donzelli, pp307, euro 30, prefaz.  C.Magris) riannoda il filo di una   riflessione quindicinale e si concentra sugli scarti dell’abbandono, su ciò che rimane di questo universo  esploso. Con la consapevolezza che il passato debba essere riscattato, non solo ciò che è stato ma ciò che avrebbe potuto e dovuto essere: il passato come promesssa, utopia silenziosa, potenzialità. Una antropologia dell’abbandono e del ritorno. Il volume spazia dal Sud d’Italia, “ombra” della splendida Magna Grecia  e dagli abbandoni calabresi (ben narrati da Corrado Alvaro) ad Aleppo e Palmira, da Ulisse a Mosè, dalle reliquie al terremoto e ad altre catastrofi naturali,  dallo studio sulle rovine  a un suggestivo capitolo “filosofico” sulla malinconia (carattere attribuito a luoghi e persone della Calabria, e qui rivalutato come “lucida opposizione allo stato delle cose”). Il rigore scientifico del saggio di antropologia, mitografia  e geografia si intreccia con l’autobiografia e con un discorso civile dolente,  spesso risentito. (flp)