- Giugno 14, 2017
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Anci in audizione al Senato – Lembi: “Puntare su governance di sistema e riconoscere ruolo dei centri antiviolenza”
"L'Anci accoglie con grande favore l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta su..."L’Anci accoglie con grande favore l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio e su ogni forma di violenza di genere. Per i Comuni è importante che si sia arrivati ad una Commissione d’inchiesta che si occupi di un tema così rilevante e diffuso nelle nostre società”. Lo ha detto in audizione al Senato la presidente della Commissione pari opportunità di Anci Simona Lembi.
"Quello della violenza su donne e minori – ha proseguito Lembi – è un fenomeno diffuso e radicato nelle nostre comunità. Basti pensare, secondo un’indagine Istat (2006), che 7 volte su 10 la violenza è domestica, che 7 volte su 10 la vittima conosce bene il carnefice e che il 9% denuncia la violenza subita".
Dati questi che presentano un leggero miglioramento nella più recente indagine Istat (2015) in cui si evidenzia “un aumento delle denunce e una maggiore consapevolezza della gravità del fenomeno", ha precisato Lembi.
Alla luce di questi numeri due sono gli obiettivi da perseguire secondo l’Associazione: mettere in campo azioni di accoglienza immediata del bisogno della vittima (secondo quanto maturato dai centri antiviolenza) ed azioni per una cultura di tolleranza zero nei confronti della violenza.
"La violenza di genere – ha aggiunto Lembi – è l’effetto della disparità del potere economico, sociale e politico tra uomini e donne e le cause vanno affrontate fino alla radice per contrastare il fenomeno, con particolare attenzione anche al tema del lavoro”.
In questa direzione decisivo è l’impegno e il lavoro dei Comuni che, in modo pioneristico e in attesa di una politica organica e nazionale di contrasto alla violenza di genere, “si occupano da circa trent’anni concretamente di azioni di contrasto alla violenza sostenendo direttamente i Centri antiviolenza, svolgendo un lavoro di sensibilizzazione dell’opinione pubblica per una cultura di ‘tolleranza zero’, rafforzando le azioni di contrasto al fenomeno attraverso gli sportelli di ascolto e attraverso la formazione degli operatori comunali. Comuni protagonisti anche di ‘azioni di rete’ stipulando, nel corso degli ultimi dieci anni, protocolli d’intesa con gli attori sociali e istituzionali del territorio”, ha ricordato Lembi.
Altro punto messo in evidenza nel corso dell’audizione è stato quello verso una nuova governance di sistema di contrasto alla violenza.
“La governance dell’intero sistema, sulla base dell’esperienza che i Comuni hanno maturato nel corso degli ultimi trent’anni – ha spiegato Lembi – deve essere più vicina al luogo in cui il servizio pubblico o l’azione viene erogata per essere efficace ed efficiente”. Questione che si ricollega anche al tema delle risorse necessarie per mettere in campo concrete politiche di contrasto alla violenza e di sostegno ai Centri antiviolenza, su cui Anci ha ribadito quanto sottolineato dalla Corte dei Conti evidenziando la difficoltà nell’arrivo di finanziamenti sui territori.
Punto rimarcato anche dall’assessora al Comune di Pisa Maria Luisa Chiofalo intervenuta in audizione che ha ricordato: “Dato il ruolo centrale che i Comuni hanno nella gestione dell’emergenza sui territori e le competenze maturate, tutto il processo, che parte dalla pianificazione fino alla programmazione delle azioni con l’individuazione e la destinazione delle risorse, deve avere un percorso diretto verso i Comuni”.
“Il ruolo delle Regioni – ha poi aggiunto Chiofalo – soprattutto sul fronte sanitario ed educativo, è estremamente importante, ma molto spesso i Comuni si trovano a fronteggiare la questione della carenza delle risorse per finanziare i percorsi di uscita dalla violenza. Per questo è necessario avere una centralità, un punto di caduta nei Comuni puntando sulla certezza e sulla rapidità nell’arrivo delle risorse”.
"L’Anci quindi auspica che venga approfondito il tema dell’importanza strategica della raccolta e dell’analisi dei dati, che venga affrontata la questione della pubblicità sessista per contrastare la diffusione di una visione distorta della donna rafforzando i codici di autoregolamentazione e che venga riconosciuto il ruolo decisivo delle scuole e della formazione come alleate contro la violenza”, ha concluso Chiofalo. (ag)