• Aprile 4, 2017
di anci_admin

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Cybersecurity – Pianetta (Anci Piemonte): “Impegno su un tema che deve rappresentare incentivo a innovazione”

Il 2016 è stato l’anno peggiore di sempre in termini di cybersecurity: 1.050 gli incide...

Il 2016 è stato l’anno peggiore di sempre in termini di cybersecurity: 1.050 gli incidenti noti classificati come gravi a livello globale, con impatto significativo per le vittime in termini di danno economico, reputazione e diffusione di dati sensibili. Notevole l’incremento degli attacchi gravi compiuti per finalità di Cybercrime (+9,8%), mentre crescono a tre cifre quelli riferibili ad attività di Cyber Warfare, la “guerra delle informazioni” (+117%). In termini assoluti, Cybercrime e Cyber Warfare fanno registrare il numero di attacchi più elevato degli ultimi sei anni.
Questi i dati illustrati oggi a Roma durante il convegno “Cybersecurity: il lato oscuro del digitale” organizzato dal Csi Piemonte e Clusit (Associazione italiana per la sicurezza informatica), con il patrocinio di Anci Piemonte. È un dato di fatto che le Pubbliche amministrazioni, stiano invece sempre più diventando bersaglio di attacchi cibernetici, sempre più articolati ed evoluti.  Da qui l’idea del Csi Piemonte di organizzare un incontro per promuovere una collaborazione forte tra organizzazioni pubbliche e private. Per il Csi il tema della Digital Security è di straordinaria importanza: nel 2016 sono state sostenute ondate di tentativi di attacchi, con picchi che in alcune occasioni hanno anche superato la soglia dei 150.000 al giorno verso i servizi web per la Pa, contrastati efficacemente grazie a sistemi tecnologici di protezione e azioni sinergiche di collaborazione con gli enti.
"Eppure – spiega Michele Pianetta, vice presidente di Anci Piemonte con delega all’innovazione, intervenuto al convegno del Csi – gli studi dicono che il tema della cybersecurity non viene purtroppo considerato centrale dalla Pubblica Amministrazione; per questa ragione, ci stiamo impegnando affinché le cose cambino e dibattiti come questo contribuiscono a fare informazione su un tema che non deve rappresentare un ostacolo, bensì un incentivo all’innovazione".
Ma quali sono le tecniche di attacco più diffuse a livello globale? Phishing e social engineering (+ 1166%), ovvero attacchi mirati a “colpire la mente” delle vittime, inducendole a fare passi falsi che poi rendono possibile l’attacco informatico vero e proprio. Ma anche il “malware” comune – tra cui vi sono i cosiddetti “ransomware” – non più solo per compiere attacchi di piccola entità, ma anche contro bersagli importanti e con impatti significativi. In aumento anche gli attacchi compiuti con DDoS (+13%) e l’utilizzo di vulnerabilità “0-day”. A livello globale la somma delle tecniche di attacco più banali (SQLi, DDoS, Vulnerabilità note, phishing, malware “semplice”) rappresenta il 56% del totale: questo dato è uno dei più allarmanti, secondo gli esperti del Clusit, poiché rende evidente la facilità di azione dei cybercriminali e la possibilità di compiere attacchi con mezzi esigui e bassi costi. Se il rischio cyber quindi non può essere annullato, le armi per combatterlo non sono solo tecnologiche: il primo passo è la consapevolezza delle persone, che devono adottare comportamenti adeguati in materia di sicurezza informatica. (com/fdm)