- Gennaio 13, 2017
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Scuola – IV Piano nazionale infanzia, la voce delle tre rappresentanti Anci nell’Osservatorio nazionale per l’adolescenza
PISA - “Bambine e bambini, ragazze e ragazzi al centro del pensiero comune dei gruppi di lavor...PISA – “Bambine e bambini, ragazze e ragazzi al centro del pensiero comune dei gruppi di lavoro dell’Osservatorio, con la consapevolezza che i luoghi di educazione e istruzione istituzionali che la comunità offre, se ben funzionanti e di qualità, sono luoghi dove si possono superare le molte fragilità e diseguaglianze che bambini e adolescenti quotidianamente vivono in un contesto sociale caratterizzato da povertà culturali e materiali pervasive, e da una frammentazione dei legami di solidarietà”.
Questa la voce di Marilu Chiofalo, assessora alle Politiche socioeducative e scolastiche del Comune di Pisa e componente dell’Osservatorio Nazionale per l’adolescenza in occasione del seminario promosso dall’Anci e dal Comune toscano sul IV Piano nazionale infanzia.
Un impegno comune e condiviso, quello dei 50 componenti dell’Osservatorio, che si è mosso in due direzioni: “da una parte – ha detto Chiofalo – siamo intervenuti sulle questioni pratiche, ovvero concepire azioni certe e realizzabili, finanziabili anche con semplici reindirizzamenti di risorse. Dall’altra – ha precisato- abbiamo pensato in grande, e sollecitato la necessità di funzionamenti istituzionali diversi, con strumenti per mettere realmente l’infanzia e l’adolescenza al centro dell’azione di ministeri, nel Governo nazionale, e assessorati regionali e comunali nei Governi locali, con una cabina di regia esecutiva collocata presso la Presidenza del Consiglio”. E sul fronte delle risorse? “Manca una mappa realistica e completa della distribuzione dei fondi – ha replicato Chiofalo – mentre sarebbe essenziale riprendere l’ottimo lavoro iniziato anni fa dall’Autorità del Garante dell’Infanzia e realizzarlo anche a livello locale. Auspichiamo che la stessa alleanza culturale che ha caratterizzato i lavori dell’Osservatorio rendendoli piacevoli, istruttivi, e costruttivi – ha concluso – possa caratterizzare anche il trasferimento delle idee nella pratica quotidiana”.
A Chiofalo ha fatto eco Annamaria Palmieri, assessora alla Scuola e all’Istruzione del Comune di Napoli. Un lavoro costante quello dell’Osservatorio, di cui fa parte per l’Anci, mosso dalla necessità di “collaborare attivamente ad una visione diversa sulle strategie per l’infanzia che sapesse tenere insieme globale e locale, le misure per la salute, per l’integrazione sociale, per l’educazione e il successo formativo e scolastico, per la genitorialità decise dal centro, e le esigenze manifestate in periferia, nei luoghi di prossimità, esigenze di cui i Comuni costituiscono il primo front office. Ora – ha aggiunto – è il momento di portare la stessa sinergia e la stessa orizzontalità dialogica nei luoghi della decisione, ricomponendo un quadro di finanziamenti pluriennali che non scavalchi i Comuni e che non li costringa a rincorrere le fonti di finanziamento destinate ad altri, individualmente, o tramite bandi, ma che tangenzialmente investono i Comuni”.
L’assessora del Comune di Napoli non nasconde però qualche preoccupazione e perplessità, ma intende anche essere propositiva, ed elenca qualche azione da cui partire: “individuare un metodo e ribadire la centralità delle misure di prevenzione e di prossimità, la legge sullo 0-6 o una nuova legge sulla cittadinanza, o le misure integrate, anche tra ministeri, per la genitorialità e per il contrasto all’abbandono scolastico. Questi obiettivi – ha aggiunto – sono il primo banco di prova per uscire dalle buone intenzioni e collaborare davvero, senza dimenticare le urgenze infrastrutturali: i luoghi per l’infanzia e l’adolescenza, in primis le scuole, devono essere sicuri, non vulnerabili, e questo, per quanto travalichi i compiti dell’Osservatorio, non possiamo non ricordarlo sempre”.
Infine, Mariagrazia Pellerino già assessora alle Politiche educative del Comune di Torino, ha parlato del Piano cominciando dal merito: “mettere insieme le diverse dimensioni di contenuto che riguardano l’infanzia, dai servizi educativi agli aspetti sociali, sanitari, culturali, creando punti di vista comuni tra i diversi soggetti, istituzionali e del terzo settore, che lavorano nell’interesse dell’infanzia, e anche nel tentativo di coordinare i diversi livelli decisionali, dal locale al nazionale. Il coordinamento degli interventi e la coerenza delle azioni – ha detto – rendono anche la proposta più leggibile e accessibile ai suoi destinatari. Il Piano è stato scritto con la forte volontà e anche la consapevolezza di quanto fosse decisivo non farne un catalogo di buone intenzioni, ma un effettivo Piano di azioni concrete fondate su obiettivi condivisi. Ora – ha concluso Pellerino – auspichiamo che il Piano e le sue proposte di azione diventino i contenuti ispiratori che fonderanno le future azioni di governo soprattutto in ragione di notizie che ci preoccupano, come il continuo calo della natalità e il contemporaneo aumento della povertà infantile”. (com)