- Novembre 29, 2016
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Libri – Città americane: le ghost town del Sud e Los Angeles senza centro
Attraversare il Sud degli Stati Uniti è come discendere nell’Ade: deserti senza fine, c...Attraversare il Sud degli Stati Uniti è come discendere nell’Ade: deserti senza fine, case incendiate ed evacuate, laghi morti e pesci pietrificati, ghost town, casinò abbandonati… Lo straordinario reportage Absolutely nothing. Storie e sparizioni nei deserti americani (Quodlibet Humboldt, pp.291, euro 22,50) di Giorgio Vasta, con le foto di Ramak Fazel, è al tempo stesso di forte precisione naturalistica – descrizione di cose, censimento dei materiali – e di grande forza visionaria (la scritta “absolutely nothing” appare a un certo punto nel deserto). Un viaggio di due settimane circa con un pick-up, dormendo nei motel e procedendo da Los Angeles fino a New Orleans, passando per il deserto del Mojave, Las Vegas, Phoenix, Tomstone, Houston…Già dall’atterraggio su suolo americano l’autore registra una diversità irrimediabile e infatti decide di non chiamare mai Los Angeles “L.A.” : “per me è lontana, e rimarrà lontana anche quando tra poco sarò lì, e dunque anche per il rispetto che abbiamo per ciò che è lontyano, questa città va nominata per intero”. Notevole, anche pensando alla vittoria di Trump, la pagina sul denaro nell’immaginario americano: zio Paperone, Carver, il Tom Joad di Steinbeck, Gatsy, il film “Rapina a mano armata”, il denaro-salvezza, il denaro-vendetta, l’easy money chimerico , il denaro gergale, etc., che attraversano migliaia di narrazioni. Torniamo a L.A., anzi a Losa Angeles, prototipo della città americana, planimetria di se stessa. Qui lo spazio non si è organizzato concentricamente a partire da un nucleo, qui un “centro” non è mai stato concepito, e questa assenza di centro “sembra essere liberatoria perché consente di leggere come centro momentaneo il pezzetto di spazio specifico in cui ci si trova”. Ecco forse il segreto dell’American dream!. (flp)