• Settembre 2, 2016
di anci_admin

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Cultura – Fassino a Repubblica: “Tra Milano e Torino decenni di competizione, ora pensare uno sviluppo insieme”

di Piero Fassino*   Caro direttore, si apre in questi giorni MiTo, la rassegna musi...

di Piero Fassino*
 
Caro direttore, si apre in questi giorni MiTo, la rassegna musicale che – nata 39 anni fa nella capitale sabauda per ideazione di quel grande musicologo che fu Giorgio Balmas – da dieci edizioni e` divenuta una iniziativa culturale comune di Milano e Torino. E` una buona occasione per riflettere sul rapporto tra queste due citta`, tanto piu` alla luce della decisione di una parte degli editori di promuovere a Milano un Salone del Libro in competizione con la Fiera Internazionale del Libro che da trent’anni si svolge con successo a Torino. Milano e Torino sono da sempre luoghi strategici della vita dell’Italia. Non c’e` passaggio economico, sociale, culturale, politico che non abbia ritrovato in queste due citta` esperienze, fermenti, invenzioni decisive per lo sviluppo e il progresso del Paese. Queste due citta` che, proprio per la intensita` delle loro esperienze, si sono vissute per decenni in competizione, oggi hanno di fronte la grande opportunita` di pensare il loro sviluppo insieme.
Un’importante fondo internazionale di investimenti ha rilevato che un’unica grande area metropolitana Milano-Torino esprimerebbe indici macroeconomici che oggi si riscontrano a Londra, Parigi, Francoforte! I dati sono eloquenti. Torino e Milano guidano i due poli industriali piu forti del Paese e da li´ parte oltre il 40% delle esportazioni italiane. Li´ si concentra gran parte del sistema bancario e finanziario del Paese. Li´ si ritrovano i piu` avanzati centri di innovazione e di ricerca, cosi` come un sistema universitario e di formazione di rango internazionale. Brera e Galleria Sabauda, Triennale e Castello di Rivoli, Scala e Regio, Palazzo Reale e Reggia di Venaria, Piccolo e Teatro Stabile, Egizio e Mudec, Fondazione Prada e Fondazione Sandretto: sono solo alcune delle tante straordinarie eccellenze di un patrimonio culturale enorme. E poi Milano citta` della moda e del Made in Italy in ogni campo, Torino citta` del design industriale e del gusto. Due citta` caratterizzate da una forte proiezione internazionale che l’Expo Universale e le Olimpiadi invernali 2006 hanno ulteriormente consolidato e espanso.
I 43 minuti con cui l’alta velocita` copre i 120 chilometri che separano le due citta`, si ridurranno a 29 non appena il Frecciarossa 1000 otterra` la omologazione a viaggiare ai 400 all’ora. Crescera` ancor di piu` quel commuting che gia` oggi vede migliaia di persone vivere in un quotidiano interscambio di attivita` e di residenze tra i due capoluoghi. La dorsale del Terzo valico Genova-Nord Europa incrocera` a Novara l’alta velocita` che attraversa la valle padana, realizzando li´ uno snodo logistico nevralgico che integrera` ancor di piu` Torino e Milano e le avvicinera` a Genova, consentendo al capoluogo ligure di affermarsi come grande scalo portuale euromediterraneo. Insomma tutto dice che Milano e Torino da citta` in competizione possono essere "complementari" e la messa in comune delle loro straordinarie energie puo` dare un valore aggiunto allo sviluppo di entrambe. E – come fu nell’epoca del boom economico – trainare lo sviluppo dell’intero Paese.
Certo, per realizzare questo obiettivo occorre vincere molte gelosie e diffidenze (e la vicenda del Salone del Libro certo non aiuta a superarle). Milano puo` pensare che il suo cosmopolitismo, la sua forza economica, le sue tante eccellenze le consentano di essere autosufficiente nella competizione globale.
E Torino può pensare che la straordinaria trasformazione che ne ha riplasmato attivita` e identita` la metta al riparo da ogni rischio.
Ciascuna delle due citta` e` giustamente orgogliosa della propria storia, dei propri successi, delle proprie eccellenze. E` giusto e a nessuno deve essere richiesto di rinunciarvi. Ma appagarsi di quel che si e` non e` il modo piu` sicuro per costruire il futuro. Nessuna citta` e` un’isola, tanto meno nel mondo globale di oggi che sollecita invece ogni comunita` a pensare il proprio destino in spazi piu` grandi. In un mondo grande servono dimensioni adeguate. Ed e` responsabilita` delle classi dirigenti non chiudersi nel proprio "particulare" e avere visione alta e pensieri lunghi. MiTo non e` solo un acronimo. E` la nuova frontiera del domani.
*presidente Anci