- Giugno 22, 2016
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Stato Città – Residui da riaccertamento, Comuni potranno ‘spalmarli ’ su arco di trent’anni
Importante intesa alla Conferenza Stato-Città di questa mattina. Accedendo alle richieste e a...Importante intesa alla Conferenza Stato-Città di questa mattina. Accedendo alle richieste e alla interpretazione legislativa data da Anci, sarà consentito agli enti in procedura di riequilibrio finanziario, fermo restando tutte le altre norme relative al pre-dissesto, di spalmare il disavanzo da revisione straordinaria dei residui (ex art. 243 bis TUEL, comma 8, lett. e), sino ad un massimo di trent’anni, ovvero nello stesso periodo di tempo concesso a tutti gli altri enti con il D.M. 2 aprile 2015. Gli enti interessati, acquisiti gli accordi con i creditori, ripianeranno i debiti fuori bilancio in accordo con i piani di rateazione sottoscritti, spalmando appunto fino a trent’anni il restante disavanzo.
La delegazione dell’Anci, guidata dal presidente del Consiglio nazionale Enzo Bianco, sindaco di Catania, e dal vicepresidente Roberto Pella, ha sottolineato la potenziale disparità che si sarebbe verificata tra gli enti in pre-dissesto e la generalità degli enti: questi ultimi possono infatti recuperare l’eventuale squilibrio finanziario (disavanzo) generato dal riaccertamento straordinario dei residui in un arco temporale maggiore (30 anni), rispetto agli enti che hanno aderito alla procedura di riequilibrio finanziario (10 anni). La disparità di trattamento si sostanzia pertanto nella circostanza che gli enti in pre-dissesto hanno affrontato prima degli altri una revisione straordinaria di tutti i residui attivi e passivi conservati in bilancio, ma sono tenuti a ripianarli in un arco temporale decisamente inferiore.
Con l’accordo in Stato-Città, si accede alla visione e interpretazione dell’Anci sul comma 714 dell’articolo 1 della legge 208/2015. In tal modo, anche per il disavanzo inserito nel piano di riequilibrio, l’ente avrà la stessa facoltà di ripianarlo in un arco temporale massimo di trenta anni. (dm)