- Giugno 20, 2016
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Nicotra al Sole24Ore: “Più poteri per l’azione dei sindaci”
di Veronica Nicotra* Un tema che anche in questa tornata amministrativa ha avuto risalto e ritorn...
di Veronica Nicotra*
Un tema che anche in questa tornata amministrativa ha avuto risalto e ritorna nelle parole dei cittadini riguarda la sicurezza nelle città. Una decina di anni faè assurto alle luci della ribalta dopo iniziative di sindaci di vario colore politico che, utilizzando lo strumento dell’ ordinanza contingibile e urgente, hanno posto in essere azioni contro fenomeni di diffuso allarme sociale. Iniziative che portarono all’adozione di misure, la cui efficacia mostra limiti dopo la sentenza della Corte costituzionale del 2011 che ne ha affievolito la portata.
La sensibilità dell’opinione pubblica resta elevata e questo ci accompagnerà a lungo: è un problema e un’opportunità di ogni società moderna, aperta, inclusiva, che ricerca un punto di equilibrio avanzato fra libertàe autorità, fra tutela dei diritti e rispetto dei doveri in un contesto di risorse decrescenti. Spesso c’è uno scarto fra il grado reale di insicurezza e la percezione. Ma anche alla percezione però va data risposta. Rendere le città più sicure è un traguardo fondamentale della politica tuttae incide sulla crescita economicosociale perché rafforza il senso di comunità, come fiducia nell’altro e nel proprio futuro ed è risposta a chi subisce di più crisi e povertà vivendo nelle aree più disagiate. Per la rilevanza politica dell’obiettivo urge mettere in campo strumenti che consentano al sindaco, oggi bersaglio di domande ma senza poteri efficaci, di realizzare politiche strutturalie risolutorie. I sindaci vogliono ciò che vogliono i cittadini.
La bozza di disegno di legge sulla sicurezza, frutto del lavoro di Anci e ministero dell’Interno,è una risposta, comei 500 milioni per le periferie. Si dota il sindaco di poteri di regolazione stabile contro fenomeni tipici della modernità, dando opportunità di agire per il benessere della comunità. Si completa un percorso iniziato dieci anni e i sindaci vogliono nella loro autonomia politica poter regolare la vita delle città. I punti salienti sono: coordinamento funzionale fra Stato, Regioni e Comuni definiti per atti e processi; aggiornamento della nozione di sicurezza urbana come bene pubblico, che si traduce in interventi di recupero delle aree degradate, eliminazione delle forme di marginalità sociale, prevenzione della criminalità diffusa; regolazione di patti per la sicurezza urbana fra il prefetto e il sindaco per fissare priorità condivise; attribuzione al sindaco di un potere di regolazione, come rappresentante della comunità locale e non come ufficiale di governo, per contrastare situazioni di incuria del patrimonio, disturbo della quiete pubblica, intervenendo sugli esercizi pubblici, con sanzioni inasprite per reiterata violazione; delimitazione di aree per lo svolgimento di manifestazioni per tutelare beni e luoghi rilevanti e intensificazione delle misure controi manifestanti in seguito al verificarsi di alcune condizioni (ma sulla repressione ribadiamo perplessità alla luce di un diritto costituzionale; tutela particolare per garantire il decoro di luoghi aperti al pubblico sede di flussi quali stazioni e metropolitane con l’introduzione di una sanzione pecuniaria; ordine di allontanamento, sequestro delle cose oggetto di illecito o di proventi illeciti.
Competente è il sindaco, e i proventi sono del Comune. Pur riconoscendo la validità di questa previsione, non risulta adeguato l’apparato del corpo di polizia locale necessario per garantirne l’effettività, ed è su questo che bisogna lavorare. Vi è infine un rafforzamento dei poteri della pubblica sicurezza per contrastare lo spaccio di sostanze stupefacenti e l’aggravamento della disciplina penale in materia di esercizio invasivo dell’accattonaggio e del parcheggio abusivo.
*Segretario generale Anci