• Dicembre 3, 2015
di anci_admin

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Legge Stabilità – QEL, Sole24Ore, A parità di risorse serve maggiore flessibilità di bilancio

di Andrea Ferri (*) Un primo dato che si può definire storico è che nel 2016 non ...

di Andrea Ferri (*)

Un primo dato che si può definire storico è che nel 2016 non ci sono nuovi tagli per il sistema dei Comuni. Un significativo cambio di passo che va rimarcato viste le forti restrizioni del recente passato, che si auspica definitivamente alle nostre spalle, che però rende necessario il mantenimento di diversi dispositivi di maggior flessibilità nella gestione delle risorse.
Le proposte
Innanzitutto l’Anci propone di considerare il fondo integrativo Imu-Tasi come entrata valida ai fini del saldo finanziario 2016: dal 2015, anno di istituzione della Tasi, infatti, il fondo destinato a quei Comuni che nel passaggio tra imposte non sarebbero stati in grado di ricostituire il gettito di quella abolita (l’Imu), non concorre al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica pur essendo utilizzabile ai fini degli equilibri di bilancio degli enti.
Porre rimedio a tale anomalia significherebbe poter liberare ulteriori risorse per 390 milioni di euro: tanto è il fondo integrativo Imu-Tasi che il Ddl Stabilità assegna ai Comuni per il 2016, peraltro ridotto rispetto ai 473 milioni del 2015. La manovra 2016, con il blocco di qualsiasi aumento dei tributi locali, colpisce i Comuni che hanno scelto negli scorsi anni di mantenere un più basso livello di tassazione sugli immobili, non avvalendosi, tra l’altro, della maggiorazione Tasi dello 0,8 per mille che poteva essere caricata tutta sull’abitazione principale, portando il prelievo dal 2,5 al 3,3 per mille, oppure tutta sulla seconda casa, elevando l’aliquota dal 10,6 all’11,4 per mille (inclusa l’Imu) o, in alternativa, pro quota sui diversi beni.
Va trovata una soluzione per assicurare risorse a questa fascia di Comuni. Per evitare che il blocco delle aliquote previsto con il disegno di legge di stabilità si ripercuota indirettamente anche sugli investimenti, inoltre, l’Anci chiede di escludere l’imposta di soggiorno da tale limite, proprio per permettere ai Comuni di continuare a finanziare le opere pubbliche con questa fonte di entrata, senza ricorrere all’indebitamento. È anche un efficace provvedimento diretto a sostenere le infrastrutture locali a beneficio dell’attrattività turistica.
I proventi da concessioni edilizie
Per accompagnare i Comuni nella graduale introduzione di un Fondo crediti di dubbia esigibilità commisurato all’effettiva capacità di riscossione degli enti, a salvaguardia degli equilibri di bilancio sarebbe opportuno continuare a poter disporre dell’utilizzo dei proventi di concessioni edilizie per spese correnti, comunque vincolando l’utilizzo per spese di manutenzione del patrimonio edilizio, del verde e delle strade, oltre che di progettazione di opere pubbliche. L’accoglimento dell’emendamento faciliterebbe gli enti a trovare anche la copertura finanziaria necessaria per il fondo crediti di dubbia esigibilità da stanziare nel 2016, che dal 36% passa a una percentuale del 55% dell’importo totale del fondo da calcolare in base ai nuovi principi contabili.
Anticipazioni tesoreria
La proposta di prorogare al 31 dicembre 2016 l’innalzamento da tre a cinque dodicesimi del limite massimo di ricorso degli enti locali ad anticipazioni di tesoreria va inquadrata nell’ottica di poter disporre di liquidità per ridurre i tempi di pagamento, che in molti Comuni risultano superiori ai 30 giorni dalla data di ricevimento della fattura, anche in considerazione dei forti ritardi di pagamento dei crediti comunali da parte delle Regioni e dello Stato. A tal fine l’Anci, con un distinto emendamento, propone di dare la possibilità agli enti di superare questo limite per un importo pari all’importo di trasferimenti erariali o regionali dovuti all’ente e non ancora corrisposti.
Crediti verso Stato e Regioni
Continua a essere rilevante l’importo dei crediti che gli enti locali vantano nei confronti dello Stato e delle Regioni: si pensi, per esempio, a quelli dei Comuni per il funzionamento degli uffici giudiziari, che ammontano a circa 700 milioni di euro.
L’Anci ha proposto l’istituzione di un fondo presso il ministero dell’Economia, con dotazione iniziale di 200 milioni di euro, la cui ripartizione è demandata a uno specifico accordo in Conferenza Stato Città ed autonomie locali, per poter avviare il ripiano del fabbisogno. Nello stesso ambito è necessario superare la sostanziale inapplicabilità del principio contabile che lega l’accertamento in bilancio delle spese per gli uffici giudiziari agli acconti erogati, in misura esigua e variabile, dal ministero della Giustizia con riferimento ai periodi di spesa 2012-2014.
L’Anci chiede che l’importo accertabile in bilancio sia convenzionalmente pari al 70% delle somme spese e di cui si richiede il riconoscimento. Sempre sul fronte dei crediti vantati dagli enti nei confronti dello Stato, Anci propone anche un emendamento che ha come obiettivo la ridefinizione di criteri e tempistica di riparto dell’addizionale comunale diritti d’imbarco aeroportuali: il flusso dei finanziamenti negli ultimi anni è sempre stato discontinuo e contrassegnato non solo da mancate assegnazioni, ma anche da non rispondenza degli importi dovuti con il totale dei viaggiatori. La proposta individua il 31 ottobre come termine per erogare l’importo dovuto relativo al primo semestre e il 31 marzo dell’anno successivo per il riparto del saldo annuale.
La verifica del gettito
Sempre sul fronte delle risorse e, conseguentemente, degli equilibri di bilancio, è da segnalare la proposta di effettuare anche per il 2015 la verifica di gettito operata nel 2014 per i terreni agricoli, alla luce delle complessità intervenute a seguito dell’introduzione di esenzioni oggettive (per i Comuni parzialmente montani) e soggettive, tra le quali la detrazione di 200 euro in ragione di terreni posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola, fino a concorrenza dell’ammontare dell’imposta stessa.
Anche in questo campo l’Anci propone che, nelle more della revisione e del conseguente reperimento di risorse integrative del prevedibile minor gettito incassato rispetto alle stime ministeriali, i Comuni coinvolti possano iscrivere in bilancio a titolo di accertamento convenzionale dell’Imu da terreni ex-montani l’importo della stima, che ha determinato il taglio "compensativo" delle assegnazioni statali.
 
(*) Responsabile dipartimento Entrate e riscossione di Ifel