- Novembre 9, 2015
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Città e Università – Riccaboni (pres. Crui): “Atenei motori dello sviluppo, bene accordo con Comuni”
Sgravi, incentivi, joint venture nelle politiche di promozione internazionale, misure urbanistiche e...Sgravi, incentivi, joint venture nelle politiche di promozione internazionale, misure urbanistiche e infrastrutture ad hoc. Comuni e mondo accademico potenziano le sinergie, sottoscrivendo una serie di impegni per favorire il rilancio, il potenziamento e lo sviluppo di un sistema di formazione di alta qualità nelle città.
Rettore Angelo Riccaboni, da presidente della Fondazione Crui cosa pensa di questo accordo?
Gli Atenei oggi sono riconosciuti motori dello sviluppo e come tali sono al centro di importanti relazioni con le istituzioni dei loro territori, con le imprese e anche con organismi internazionali. Accordi come quello tra Anci e Crui per il rilancio delle politiche urbanistiche per Università e studenti vanno nella direzione giusta, testimoniando la volontà di assegnare alla ricerca e al sapere un ruolo cardine nell’innovazione tecnologica e nel progresso sociale.
Quanto è difficile (o facile) costruire un rapporto organico di cooperazione e comune impegno tra istituzioni, società civile e mondo accademico?
Si tratta sicuramente di un processo decisamente complesso, che si alimenta giorno dopo giorno grazie alla conoscenza reciproca, all’impegno fattivo, alla volontà di superare le difficoltà attraverso concrete realizzazioni. Ritengo che la chiave di tutto sia l’innovazione e la conseguente propensione ad accoglierne gli evidenti reciproci vantaggi: le realtà urbane possono contare sull’ideazione e la progettualità degli Atenei, mentre questi ultimi hanno la possibilità di mettere in campo e vedere applicati i migliori esiti della ricerca. Il tutto in un’ottica di sostenibilità dello sviluppo, concetto riconosciuto dai più grandi organismi internazionali e accolto dalle più avanzate correnti di pensiero, per un futuro che garantisca alle giovani generazioni sicurezza dell’ambiente, pace e accesso alla conoscenza.
Qual è la situazione a Siena e come valuta il livello di collaborazione con gli attori del territorio?
Giudico la nostra situazione particolarmente positiva. L’Università è percepita come propulsore per il territorio, sia dal punto di vista culturale e dell’innovazione tecnologica sia come volano economico. Siena e l’Università sono da sempre molto vicine e negli ultimi anni l’Ateneo ha strategicamente potenziato questa relazione, che si concretizza in molte forme di collaborazione non solo con le istituzioni pubbliche, ma anche con il mondo delle imprese. La formazione e la ricerca sono concepiti anche come servizi per i cittadini. Penso ad esempio al supporto alla creazione di imprese da parte dei giovani, che possono trovare in Ateneo consulenza e aiuto per l’avvio di quelle relazioni necessarie con il mondo imprenditoriale del territorio. Anche le attività di divulgazione proposte alla cittadinanza sono molto bene accolte, come le iniziative di orientamento per le scuole o le occasioni di festa nelle quali la ricerca è protagonista, come la Notte dei Ricercatori.
L’accordo prevede la creazione di un sistema di garanzie per gli studenti fuori sede e il controllo degli abusi nel mercato degli affitti. Come può l’Università concorrere al raggiungimento di questo obiettivo?
Siena, grazie al sistema regionale del diritto allo studio, può contare su case delle studente con oltre 1.200 posti per chi viene a studiare da altre città d’Italia e dall’estero. L’intervento pubblico è in questo senso la migliore garanzia per dare possibilità di compiere studi universitari di qualità ai giovani meritevoli. Purtroppo le Università da sole non hanno opportunità di investimento, ma è possibile collaborare – come abbiamo fatto noi – con le associazioni di categoria, con gli albergatori e con le istituzioni territoriali per ottenere situazioni di equità. Se gli studenti sono numerosi perché trovano condizioni di vita favorevoli, il vantaggio si estende evidentemente a tutto il territorio che li ospita.
Il Paese vede all’orizzonte una timida ripresa economica. Quale il ruolo degli atenei in questo processo?
Come ho detto sopra, l’innovazione e la conoscenza sono alla base dello sviluppo di un paese. Non a caso, se vogliamo citare le classifiche internazionali, i Paesi più avanzati ospitano i migliori Atenei. L’Italia potrebbe fare di più, ma occorrono forti investimenti e politiche che riportino la ricerca tra le priorità.
In che misura le eccellenze della sua Università hanno contribuito in passato a far crescere la città e il suo hinterland?
Per Siena cito per tutti il caso delle biotecnologie. A metà Novecento qui c’era un’importante industria di vaccini, la Sclavo, che ha saputo trainare il settore, fino a richiamare multinazionali del settore. Ciò ha determinato anche la presenza del parco scientifico regionale, il Toscana Life Sciences, incubatore di imprese ad alta tecnologia e innovazione. (ef)