- Ottobre 5, 2015
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Cultura – Anci in audizione, più autonomia gestionale agli enti locali
Si è svolta oggi a Roma presso la Commissione Lavoro della Camera dei deputati l’audizi...Si è svolta oggi a Roma presso la Commissione Lavoro della Camera dei deputati l’audizione informale dell’Anci, rappresentata dall’assessore alla Cultura e Sport di Roma, Giovanna Marinelli, in merito al D.L. 46/2015, “Misure urgenti di fruizione patrimonio storico e artistico della nazione”.
Condividendo le finalità, perseguite dal decreto all’esame, di dare una ancora maggiore rilevanza ai servizi connessi alla tutela, valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale, inserendoli fra i “servizi pubblici essenziali”, l’Anci, in un’ottica di rilancio del turismo nazionale e di promozione dell’imprenditorialità e della crescita di un settore strategico per la ripresa economica del Paese, ha sottoposto all’attenzione della Commissione due proposte integrative, finalizzate alla rimozione di alcuni vincoli che impediscono alle istituzioni culturali dei Comuni di operare al meglio nella fornitura dei servizi culturali.
La prima proposta riguarda il numero dei componenti degli organi di amministrazione delle istituzioni culturali per ripristinare l’«eccezione culturale» originaria che dava alle aziende culturali la possibilità di accogliere finanziamenti e competenze del mondo delle imprese, grazie a un’equilibrata non imponendo un limite al numero dei componenti dei consigli di amministrazione degli enti che gestiscono servizi e beni culturali poiché questo significherebbe “introdurre una norma di sbarramento nei confronti dei privati – si legge nella nota redatta dall’Associazione – del loro know-how e delle loro risorse finanziarie e, quindi, impedire sostanzialmente la possibilità di garantire una gestione più efficiente dei servizi resi ai cittadini. Si evidenzia, peraltro, che dalla modifica in questione non deriverebbero maggiori oneri a carico delle finanze pubbliche; piuttosto, la concreta possibilità di far confluire ulteriori fondi agli istituti culturali – stante la natura gratuita degli incarichi – costituirebbe senza dubbio una vera e propria opportunità per il settore culturale”.
Il secondo emendamento presentato riguarda i decreti legge n. 78/2010 e n. 95/2012 che hanno introdotto una serie di limiti all’autonomia gestionale degli enti che operano nel settore dei servizi culturali e delle attività di spettacolo, sostanzialmente impedendo loro di svolgere il proprio compito istituzionale.
“Norme che limitano l’autonomia gestionale degli enti, creano problemi di governance e negano alla radice le premesse per l’attrazione di capitale privato nella gestione dei beni e delle attività culturali”. (com/fdm)