• Settembre 24, 2015
di anci_admin

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Città Metropolitane – Bianco: “Pianificazione strategica fondamentale, da Regione anche capacità e professionalità”

“Grazie alla pianificazione strategica la città metropolitana del Distretto Sud Est pot...

“Grazie alla pianificazione strategica la città metropolitana del Distretto Sud Est potrà competere con le più grandi città italiane". Lo ha detto Enzo Bianco, sindaco di Catania e presidente del Consiglio nazionale Anci concludendo, nella sala conferenze del Palazzo della Cultura, il convegno organizzato dal Formez proprio sul tema della pianificazione strategica organizzato in collaborazione con il Comune di Catania, il Fondo sociale dell’Unione europea, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e il Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Citando il modello Torino, Bianco ha parlato di come quel Comune, che negli Anni Ottanta si reggeva sotto il profilo economico sulla Fiat, in vent’anni abbia saputo voltar pagina: "ha reinventato se stessa – diventando una città di terziario avanzato, di servizio, di turismo, di musei – attraverso lo strumento della pianificazione strategica, che ci consentirà di portare a compimento questo progetto meraviglioso della Città metropolitana, che deriverà dai contenuti che sapremo dargli".
Tra questi, secondo Bianco, la possibilità che i Comuni all’interno della stessa Città metropolitana si organizzino anche, territorialmente, in "comprensori", delle aree omogenee che servano condividere e gestire in maniera ancor più capillare ed efficiente i servizi per i cittadini.
L’esponente Anci ha sottolineato l’importanza di far squadra tra amministratori di tutti i Comuni per ottenere fondi europei e attenzione da Roma e Palermo e ha affermato che la pianificazione strategica però non sarà sufficiente se la Città metropolitana di Catania – che dovrà competere con Milano, Torino, Firenze, Genova, Bari -, non sarà messa in condizioni di farlo. La Regione dovrà fare una grande cura dimagrante trasferendo alle città metropolitane non solo competenze e risorse ma anche capacità, professionalità.
"Cosa ce ne facciamo – si è chiesto il sindaco etneo – di ventimila dipendenti e di duemila dirigenti a Palermo quando le nostre città hanno gravi carenze di dirigenti? A Catania abbiamo solo tredici dirigenti e un Comune come Bologna ne ha ottanta. E mi spiegate per quale motivo quel che decideremo a livello urbanistico nella Città metropolitana, che riguardi Paternò, o Gela, o Fiumefreddo, deve passare al vaglio della Regione fermandosi per uno o due anni? (com/gp)