- Settembre 16, 2015
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Focus scuola – Manca (Imola): “Avvicinare scuola e lavoro, solo con la collaborazione tra istituti e imprese”
“Ogni anno, quando comincia la scuola, tornano d’attualità dibattiti annosi sui n...“Ogni anno, quando comincia la scuola, tornano d’attualità dibattiti annosi sui nodi irrisolti del nostro sistema d’istruzione. Uno di questi è certamente quello del rapporto scuola-lavoro: come avvicinare i due mondi e, ora più che mai, quali strade percorrere per creare opportunità professionali per i ragazzi che stanno per terminare il loro percorso di formazione”. Così il sindaco di Imola Daniela Manca che soffermandosi su questo ultimo aspetto, sottolinea che alla luce delle riforme portate avanti dal Governo Renzi (il Jobs Act e il DDL “La buona scuola”) e di progetti che stanno vedendo la luce nel nostro territorio e che ritiene possano essere un esempio da imitare per altre realtà del nostro paese afferma che “non c’è dubbio che le riforme stanno spingendo molto sul versante dell’alternanza scuola-lavoro, sul potenziamento degli Istituti Superiori, sull’obiettivo dichiarato di “incrementare le opportunità di lavoro e le capacità di orientamento degli studenti” (comma 33 de La Buona Scuola) e “coniugare la formazione effettuata in azienda con l’istruzione e la formazione professionale svolta dalle istituzioni formative” (articolo 43 del decreto legislativo 81/2015); tuttavia, perché gli stimoli legislativi abbiano possibilità di tradursi in una svolta concreta verso la costruzione di un modello di alternanza formativa di stampo europeo (sul modello del sistema duale della Germania, per intenderci) occorre il protagonismo degli istituti, dei dirigenti e degli insegnanti, insieme alla collaborazione delle imprese e delle loro associazioni di rappresentanza”.
In questo senso, Manca racconta alcune esperienze in atto nel suo territorio. “Innanzitutto – afferma – il progetto sperimentale che l’IIS Alberghetti di Imola con destinatari gli studenti del settore professionale che hanno concluso il triennio formativo, acquisendo la qualifica triennale. A questi studenti, ora alle prese con l’ultimo biennio, si rivolge la proposta ancora in divenire, mutuata dalla Germania e in particolare dalla Technische School di Alen, nel distretto di Stoccarda, che prevede una presenza dei ragazzi in azienda di 12 settimane in corso d’anno scolastico (20 settimane invece sono state destinate all’attività scolastica di carattere generale e di indirizzo, per rimanere nel limite di flessibilità del 65% previsto per la sperimentazione). Ulteriori sette settimane sono invece inserite nel periodo estivo, per un monte ore complessivo di presenza in azienda enormemente superiore rispetto alle attuali esperienze di alternanza.
“Ad agevolare la cosa – rimarca il sindaco di Imola – è intervenuta anche l’approvazione del decreto legislativo 81 del 15 giugno 2015, che regolamenta i contratti di lavoro e ‘normalizza’ la figura dell’apprendista all’interno del sistema di formazione e istruzione, facendole acquisire lo status di lavoratore a tutti gli effetti. In definitiva il percorso, ancora in via di formazione definitiva degli standard formativi che avverrà nei prossimi mesi mediante apposito decreto, prevede un impegno annuo di 1700 ore, delle quali 700 di lavoro e 100 tra formazione scolastica e formazione aziendale. Un ulteriore vantaggio è legato al fatto che la norma incentiva le aziende ad inserire apprendisti, con una forte detassazione il primo anno, mentre il ragazzo riceve un vero e proprio stipendio, non più una semplice borsa di studio.
“Un secondo esempio – continua Manca –sempre in tema di legame scuola-lavoro, vede come capofila l’IIS Paolini Cassiano, alla guida di una rete di 16 scuole dell’Emilia-Romagna del settore socio-sanitario. In virtù di un protocollo siglato dalla Regione ER e dall’Ufficio scolastico regionale, da quest’anno gli studenti di terza del corso diurno “Servizi socio-sanitari” potranno aderire al triennio sperimentale che, dopo la maturità e l’acquisizione del diploma di Tecnico dei Servizi socio-sanitari, darà loro la possibilità di sostenere, entro settembre, l’esame finalizzato ad ottenere la qualifica di OSS. In questo modo – conclude – si creano le condizioni per superare la paradossale situazione attuale, che vede i giovani usciti dal quinquennio professionale costretti ad iscriversi all’università per conseguire un titolo spendibile nel mondo del lavoro”. (com)