- Luglio 2, 2015
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Piccoli Comuni – Castelli, Ricci, Pella e Tasso : “Da assemblea di Cagliari una proposta per riorganizzare la governance dei territori”
“Andiamo all’appuntamento di Cagliari con l’intenzione di disegnare una nuova go...“Andiamo all’appuntamento di Cagliari con l’intenzione di disegnare una nuova governance locale che superi l’obbligatorietà di associare 10 funzioni per i piccoli Comuni con tutti i limiti irrazionali attuali, mantenendo la validità dei percorsi di gestioni associate lasciando però ai territori la possibilità di autogovernarsi”. Lo dichiarano Massimo Castelli, Coordinatore Anci piccoli Comuni e sindaco di Cerignale e Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, vice presidente e delegato Anci alle Politiche istituzionali e alle Riforme, al termine della riunione della Consulta nazionale dei piccoli Comuni svoltasi oggi nella sede nazionale dell’associazione. L’incontro, che è servito per mettere a punto l’agenda dei lavori della XV Conferenza Nazionale dei Piccoli Comuni del prossimo 10 luglio a Cagliari, ha visto la partecipazione anche di Dimitri Tasso, Coordinatore Gestioni Associate e Unioni e sindaco di Montiglio Monferrato, e di Roberto Pella, vicepresidente Anci e sindaco di Valdengo.
“La sofferenza dei piccoli Comuni è forte a causa dei tagli e della progressiva riduzione dei servizi ai cittadini, ma il nostro spirito resta costruttivo e di proposta”, sottolinea Castelli. “Vogliamo rilanciare, all’interno delle nuove governance che si stanno delineando, la nostra proposta dove i Comuni si danno una nuova organizzazione con al centro l’intercomunalità nella gestione dei servizi”, aggiunge il coordinatore Anci. Secondo Castelli, “dentro questo progetto riformatore devono rientrare tutti i Comuni, non solo quelli piccoli, e questo vuol dire trasformare l’intercomunalità in questione globale di risposta complessiva del sistema dei Comuni alle esigenze dei cittadini che chiedono migliori servizi”.
Entra più nel dettaglio il vicepresidente Anci Matteo Ricci augurandosi che, al di là dei problemi che li attanagliano, i piccoli Comuni siano protagonisti del cambiamento. "Uno dei temi che porremo a Cagliari in termini di riforma – evidenzia il sindaco di Pesaro – è quello di cambiare il criterio per mettere insieme i Comuni. Con lo svuotamento delle Province, e con le Regioni che si avviano ad essere sempre più centri di legislazione e gestione territoriale, abbiamo bisogno di rafforzare gli enti municipali”.
Per il delegato Anci alle riforme, “il criterio per procedere su questo percorso non può essere quello demografico quanto quello degli ambiti adeguati e omogenei, anche perché – è la convinzione di Ricci – il rafforzamento della gestione associata delle funzioni non è un problema solo dei piccoli Comuni ma di tutti i Comuni italiani, a maggior ragione di quel 90 per cento di territorio dove non nascono le città metropolitane”. Da qui il suo auspicio che da “Cagliari emerga con forza questa proposta che è una delle più importanti del progetto di riforma che vogliamo proporre al Parlamento ed al governo”.
E sul superamento della obbligatorietà nella gestione associata delle funzioni per i piccoli Comuni concorda anche Dimitri Tasso. “L’associazionismo in Italia ha avuto uno stop nel momento in cui si è trasformato da volontario in obbligatorio”, osserva il Coordinatore Gestioni Associate e Unioni. “Per questo motivo stiamo cercando di riproporre un associazionismo che tenga conto dell’obbligatorietà su area vasta su un numero minimo di funzioni, delegando ai territori l’organizzazione dei servizi rimanenti ai cittadini”.
Infine, Roberto Pella indica alcuni punti che a suo parere dovranno essere al centro del dibattito a Cagliari. “Nell’immediato vanno risolte le questioni della centrale unica di committenza e dello svincolo dei servizi associati delle dieci funzioni entro la fine dell’anno. Mentre in prospettiva futura – rileva il vice presidente Anci – dovremo chiedere con forza l’uscita dal patto di stabilità dal 1 gennaio 2016, in alternativa la possibilità di usare gli avanzi di bilancio per far ripartire le economie locali”. (gp)