• Febbraio 19, 2013
di anci_admin

I Comuni che funzionano

Valsamoggia, Comune unico

Lo scorso 5 febbraio, dopo un lungo iter, interrotto in attesa dell’esito del referendum consu...
Valsamoggia, Comune unico

Lo scorso 5 febbraio, dopo un lungo iter, interrotto in attesa dell’esito del referendum consultivo, l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ha approvato  il progetto di legge di istituzione del nuovo comune unico di “Valsamoggia” che dal primo gennaio 2014 subentrerà, a seguito della fusione, ai cinque comuni della Valle del Samoggia (Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano, Monteveglio e Savigno) tutti contigui e in provincia di Bologna.
Le cinque amministrazioni comunali daranno vita ad un nuovo comune che avrà una superficie di 178 km quadrati e circa 30 mila residenti e nelle prossime settimane sarà promossa una "fase Costituente" per scrivere il nuovo Statuto Comunale, in accordo con la Regione, attraverso un percorso condiviso con le associazioni economiche, sociali, sindacali e con i cittadini delle comunità.
“Un’opportunità di rilancio – racconta il Sindaco di Monteveglio e Vice Presidente dell’Unione Valsamoggia, Daniele Ruscigno – che ci farà risparmiare ben il 10% del costo complessivo della Pubblica amministrazione, pari a 2,6 mln di euro l’anno, e porterà nelle casse del comune unico incentivi da parte di Regione e Stato per 18 milioni di euro nei prossimi dieci anni, oltre – aggiunge – alla deroga dal patto di stabilità per i primi due anni e ai finanziamenti per le aree montane che percepiremo poiché il comune di Valsamoggia è montano limitatamente ai suoi territori individuati come zone montane nella precedente normativa”. Per la legge, infatti,  è previsto che l’istituzione del Comune unico non privi i territori montani dei benefici e degli interventi speciali per la montagna stabiliti dall’Unione europea o da norme statali e regionali.
Una vera novità istituzionale che ridisegna la geografia dei comuni riducendo gli sprechi, razionalizzando le risorse e migliorando, di conseguenza, il livello dei servizi ai cittadini, nonché punto di arrivo di un lungo percorso che nasce dalla collaborazione politica e istituzionale tra i Comuni della vallata, a partire dalla costituzione della Comunità Montana, divenuta prima, nel 2002, Unione Montana poi nel 2009 Unione di Comuni e, adesso, Comune unico.
“Questa sorta di matrimonio tra le nostre comunità locali – continua Ruscigno – nasce sulla base di uno studio di fattibilità commissionato dall’Unione Valle del Samoggia alla Scuola di Specializzazione in Studi sull’Amministrazione Pubblica dell’Università di Bologna. Una ricerca che ci ha permesso di verificare i vantaggi reali derivanti dal passaggio da unione e fusione per il territorio, la popolazione e per la gestione ‘amministrativa’ della nostra comunità”.
“Nel concreto – afferma – abbiamo visto che metterci insieme significava snellire l’apparato burocratico che spesso, per ovvia scarsità di personale, rischia di soffocare i piccoli comuni, e come effetto istantaneo, si è rilevato, un aumento potenziale della disponibilità finanziaria da investire in servizi ai cittadini”.
Per capirci, “gli sportelli di accesso al cittadino e quindi i servizi rimarrano vicini alla popolazione in ogni singola municipalità del nuovo comune mentre saranno accentrati in un’unica sede l’attività amministrativa di back office. Il servizio è e sarà sempre più efficiente e di alta qualità viste le maggiori risorse”.
Un’autoriforma per il cittadino e per il territorio, quindi, che grazie ad un interconnessione tra le amministrazioni ormai testata negli anni si avvantaggia di politiche uniformi di valorizzazione e promozione sul piano ambientale, urbanistico e culturale ed educativo.
“In questi ultimi anni – sottolinea Ruscigno – a causa della crisi la gente è diventata più pragmatica e capace di andare oltre tematiche astratte, vuole risolvere problemi concreti e avere garanzie, anche per questo motivo è stato possibile fare questo passaggio". Un esempio per tutti, "questo percorso appena concluso ci ha permesso, tra le altre cose, di mantenere e migliorare i servizi scolastici sul territorio che con i tagli e i limiti imposti dal patto di stabilità rischiavamo di perdere”.