• Aprile 30, 2015
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di Piero Fassino* ll cibo è naturalmente prima di tutto nutrizione: senza alimentarsi l'uom...
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di Piero Fassino*
ll cibo è naturalmente prima di tutto nutrizione: senza alimentarsi l’uomo non avrebbe possibilità di vita. Ma il cibo sappiamo essere anche molto di più. Dal cibo deriva lo stato di salute – di benessere o di precarietà – di ogni persona: condizione psico-fisica, tempo di vita, qualità dell’invecchiamento, lucidità intellettuale sono determinati in modo decisivo dall’alimentazione. Il cibo è cultura, perché in esso si trasfonde il sapere scientifico e la sapienza popolare accumulati nei secoli e trasmessi di generazione in generazione. Il cibo è relazione, come dimostra il fatto che una tavola imbandita è il momento centrale di ogni appuntamento familiare, sociale o comunitario. Il cibo è innovazione, nell’invenzione dei prodotti e nella loro costante qualificazione. Ed è sostenibilità e tutela dell’ambiente e della natura, nella scommessa sulla biodiversità e sulla promozione delle tipicità di luoghi e prodotti. Il cibo è lavoro nella fatica di quanti – nella coltivazione dei campi, nell’industria di trasformazione, nelle creatività delle cucine – vi profondono intelligenza e saper fare. Il cibo è fonte di conoscenza e di dialogo nell’incontro di culture e nella loro ibridazione, come ben ci dimostra la ricchezza della cucina mediterranea in cui si fondono saperi e sapori di tanti popoli e civiltà. Il cibo è identità e simbolo: dici sushi e pensi al Giappone, asado all’Argentina, anatra laccata alla Cina, hot dog all’America, aringa al Nord Europa, paella alla Spagna, camembert alla Francia. Se dici barolo pensi al Piemonte, chianina alla Toscana, pizza a Napoli, pesto alla Liguria. Sono queste le tante ragioni che fanno del cibo un elemento irrinunciabile per la vita di ogni persona, di ogni comunità e del pianeta stesso. E questo spiega il valore della Carta di Milano proposta da Expo per affermare il diritto al cibo. Sì, un «diritto» che è di più dell’aspirazione a mangiar bene che l’uomo nei secoli ha sempre avuto. Essere titolari di un diritto significa ottenere il riconoscimento e garantirne la esigibilità. E sanzionarne ogni violazione. Diritto al cibo – in un mondo che ancora conosce territori feriti dal dramma della fame – significa garantirne l’accessibilità a ogni persona. Significa tutelare la fertilità dei suoli, la salvaguardia delle acque e la riproducibilità delle coltivazioni. Significa educazione ad un uso razionale delle risorse e lotta ad ogni forma di spreco. Significa parità di accesso ai mercati per tutti i produttori e promozione dei produttori locali e delle loro comunità, come Slow Food propone con 10.000 orti in Africa. Insomma: significa assumere la sostenibilità – alimentare, ambientale, energetica, sociale – come cifra di uno sviluppo capace di tutelare il destino delle generazioni future. Sono questi gli obiettivi ambiziosi ma irrinunciabili – della Carta di Milano, che l’Anci proporrà a tutti i Comuni Italiani di adottare come strumento di azione, di educazione, di iniziativa, proponendone a tutti i cittadini la sottoscrizione. Sarà questo il forte lascito culturale e morale dell’Expo: la responsabilità di consegnare alle generazioni future un mondo in cui nessun uomo e nessuna donna sia senza cibo e assicurando invece a ogni persona un cibo sano, pulito e giusto.
*Sindaco di Torino e Presidente Anci
 
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