- Aprile 9, 2015
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Innovazione – Modelli europei a confronto con la realtà dell’Azerbaijan
“L’ottimo è il nemico del buono”. Verrebbe da ricordare questa semplice mas...“L’ottimo è il nemico del buono”. Verrebbe da ricordare questa semplice massima che esiste in tutti i Paesi d’Europa, laddove si confronta lo stato di avanzamento nella digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche. Il think tank Vision ha effettuato una ricerca sul caso dell’ Azerbaijan, un Paese lontano e assai diverso dai nostri, che ha costituito un’unica piattaforma (il famoso “sportello unico”), per l’erogazione di servizi al cittadino. Vision, nel corso di due workshop che si sono tenuti a Roma (il 30 marzo) e a Brussels (il 1 aprile), organizzati in collaborazione con l’Anci, ha messo a confronto questa realtà con alcuni casi europei come Italia, Inghilterra e Belgio.
L’Azerbaijan che in due anni ha costruito un’unica piattaforma per tutti i certificati e si avvia in una seconda fase ad eliminare, di fatto, i tanti certificati (patente di guida, carte identità, passaporti) che sono stati resi ridondanti dalla tecnologia, è riuscito grazie ad una leadership forte. Ma soprattutto grazie ad un approccio alla modernizzazione che assai raramente richiede grandi riforme e leggi.
Nelle classifiche che più contano – quelle sull’utilizzo di servizi pubblici on line da parte degli utenti (la domanda) e sulla presenza di un’infrastruttura a banda larga o ultra larga che consentano alle applicazioni che consumano più spazio di viaggiare (l’offerta) – emerge che quanto più un Paese è grande, frammentato dal punto di vista dei livelli istituzionali, quanto più aumenta, cioè, la complessità, peggiore è la prestazione. Ai vertici dell’agenda digitale europea ci sono la Danimarca, la Svezia ed il Belgio. Ma anche l’Irlanda fa bene e ciò dimostrerebbe che la crisi delle finanze di uno Stato non necessariamente blocca la digitalizzazione. I grandi Paesi europei (Francia, Germania, Spagna, Inghilterra) sono in posizione più arretrata. Come noto, in fondo c’è l’Italia. Questo dato fa pensare, a fronte di tutti gli investimenti che sono stati effettuati sul tema negli ultimi vent’anni. La strategia italiana si è data degli obiettivi ambiziosi, in tema di Agenda Digitale, quello che serve è l’individuazione di una guida nazionale forte, che dia continuità e che sia in grado di portare a termine il percorso tracciato, che possa misurare le sperimentazioni locali per incoraggiare la replica di quelle che hanno funzionato. (com)