• Marzo 12, 2015
di anci_admin

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Ambiente -Veneto, 500 mila euro a 31 Comuni regionali per bonifica amianto

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Sono 31 i Comuni veneti beneficiari dei contributi regionali per la bonifica e lo smaltimento dell’amianto, per un totale di 500mila euro complessivi. Lo hanno reso noto Anciveneto, la Regione Veneto e l’Arpav, alla conferenza stampa di stamattina a Palazzo Balbi. «All’Arpav spettava la mappatura, alla Regione l’erogazione del contributo mentre a noi dell’Associazione dei Comuni Veneti il supporto tecnico-informativo alle municipalità –spiega Maria Rosa Pavanello, che dell’Anci regionale è presidente- Grazie alla buona collaborazione tra i tre soggetti coinvolti, è stato possibile finanziare queste operazioni che per i 33 beneficiari sono molto importanti trattandosi di realtà di medie e piccole dimensioni. Ricordo comunque che la verifica della presenza di amianto è un obbligo di legge e sollecito gli amministratori comunali a rispondere al censimento fatto da Arpav».
«I 500mila euro sono una parte dei fondi disponibili nei capitoli del bilancio regionale -ha precisato a propria volta l’assessore regionale all’ambiente Maurizio Conte- auspico che nell’ambito del prossimo bilancio siano rese disponibili altre risorse o sia creato un apposito fondo di rotazione in grado di sostenere interventi nel territorio».
Quindi il direttore dell’ARPAV Emanuele Pepe ha brevemente delineato i risultati della mappatura degli edifici contenenti materiali in amianto, attraverso una scheda di raccolta dati inviata a tutti i soggetti interessati (Province, Comuni, Scuole private di ogni ordine e grado): «Questa attività, iniziata nel 2013, è stata completata ai primi di ottobre 2014 e ha ottenuto risposta da parte del 62% degli enti interpellati». Mentre il responsabile del Centro regionale sull’amianto Arpav Claudio Martinelli ha fatto presente che l’operazione di censimento proseguirà, ampliando la tipologia delle strutture oggetto di indagine: «Sono in fase di acquisizione circa 600 schede elaborate da Spisal ed Asl sugli ambienti di lavoro. E’ importante soprattutto che ci sia in tutti, pubblico e privato, la necessaria consapevolezza del problema. E’ meglio sapere che c’è amianto e intervenire piuttosto che non sapere o non attivarsi per capire se il rischio c’è».
Purtroppo l’ampio impiego dell’amianto dagli anni ’60 agli anni ’90 ha fatto sì che sia ancora molto diffuso. La delibera regionale segue peraltro un percorso partito nel 2003 dalle indicazioni del Ministero dell’Ambiente. (com/gp)