- Febbraio 19, 2015
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Immigrazione – Biffoni all’Ansa: “Italia è frontiera ma tutta la Ue collabori, l’emergenza diventi strutturale”
"I numeri sono più che significativi, basti pensare che a parità di periodo regis..."I numeri sono più che significativi, basti pensare che a parità di periodo registriamo al momento 500 sbarchi in più, e nel 2015 se continua cosi si arriverà ad oltre 200 mila. Credo che la situazione purtroppo sia destinata a peggiorare, visto che in Libia la pressione non potrà che aumentare. Per questo chiedo che l’Europa faccia di più e meglio la sua parte". Lo afferma Matteo Biffoni, sindaco di Prato e delegato Anci all’Immigrazione, che in un colloquio con l’Ansa chiede la collaborazione di tutti per affrontare la nuova ondata di profughi provenienti dalla Libia, a cominciare da Bruxelles.
"L’Italia è una frontiera ma non è giusto che tutto il peso gravi su di essa – afferma Biffoni – e lo dice il sindaco di una città con una forte presenza di cittadini stranieri. Ci sono paesi in Europa che non si fanno carico dei profughi che scappano. Ad esempio, a quanto mi risulta, nel 2015 la Germania accoglierà 350 mila migranti. E se non ricordo male la Croazia solo 35. Mi sembra chiaro che così non può funzionare. Certo, l’Italia deve far fronte a questa emergenza anche nel rispetto dei suoi confini, ma con il sostegno dell’Ue, e possibilmente senza lasciare soli i sindaci".
Il sindaco pratese tiene a dire che finora ha trovato il governo "molto preparato e disponibile". Nell’ultimo incontro con il sottosegretario all’Interno Manzione, racconta, "una serie importante di risposte è subito arrivata. Tuttavia servono risposte, quindi posti Sprar, per i minori non accompagnati e un piano di riparto aggiornato, un po’ sul modello di quanto fatto in Toscana. Poi bisogna occuparsi del capitolo della cosiddetta seconda accoglienza, vale a dire i territori di destinazione”.
Per il delegato Anci, in vista della nuova ondata di arrivi, “servono molte risposte, dalle risorse economiche disponibili alla possibile estensione delle forze dell’ordine, dal volontariato alla croce rossa, per finire al ruolo delle capitanerie di porto. Dobbiamo essere pronti, ma il lavoro vero è trasformare l’emergenza in strutturale. Il sistema, nel recente passato, ha poggiato troppo sui Comuni e quindi – conclude Biffoni – serve una diversa distribuzione dei carichi". (gp)