- Febbraio 11, 2015
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Mezzogiorno – Decaro su dati Istat: “Un’agenda politica nazionale ed europea per le regioni del Sud”
“Le regioni del Mezzogiorno non rivendicano politiche assistenzialiste ma la possibilit&agra...“Le regioni del Mezzogiorno non rivendicano politiche assistenzialiste ma la possibilità di costruire un dialogo stabile e costante con il governo nazionale ed europeo che porti alla definizione di ‘un’ Agenda politica del Mezzogiorno d’Italia’ al più presto. A fronte di un impegno sul versante del risparmio e del contenimento della spesa da parte delle amministrazioni locali e visto il cospicuo taglio di risorse, chiediamo maggiore attenzione ai territori oggettivamente più colpiti dalla crisi economica”. Lo sollecita il sindaco di Bari Antonio Decaro che, nella sua qualità di vice presidente Anci e delegato al Mezzogiorno, commenta i dati diffusi nei giorni scorsi dall’Istat e dalla Svimez sull’impatto della crisi economica nelle Regioni meridionali.
"Gli ultimi dati Istat raccontano un Mezzogiorno che fa fatica a risalire la china di una crisi economica e sociale che ha inficiato quasi tutti i settori produttivi delle nostre regioni depotenziando la capacità di consumo dei cittadini”, ricorda il delegato Anci. “Sembra allargarsi il divario storico tra Nord e Sud e, in assenza di politiche territoriali mirate e contestualizzate sui settori trainanti per le economie del Sud; ad esempio occorre ripensare tariffe e modalità per la tassazione sui terreni agricoli. Si rischia – evidenzia ancora Decaro – di riaprire vecchie ferite e minare seriamente le possibilità di crescita e ripresa dalla stagnazione economica di un territorio che conta più di 20 milioni di abitanti".
Per il sindaco di Bari, “interrompere il circuito negativo che vede precipitare i redditi delle famiglie di quasi 25 punti percentuali causato della crescita del numero di posti di lavoro persi deve essere l’obiettivo su cui tutte le istituzioni devono lavorare congiuntamente sulla base di una spinta propulsiva dell’azione di governo nazionale ed europeo”.
“Osserviamo con attenzione la linea intrapresa dal governo con il Jobs act sul fronte lavoro e sostegno al reddito – prosegue il vice presidente Anci -, che ha impegnato il Cdm lo scorso 24 dicembre, ad approvare i primi decreti attuativi sul’estensione delle tutele e dei cosiddetti ammortizzatori sociali per i lavoratori atipici: in questo modo si permetterà anche agli under 35 di recuperare quote di reddito nei mesi di transizione tra un’occupazione e l’altra. Sono i giovani, infatti, i più penalizzati in questa situazione di forte instabilità economica, perché esclusi in questi anni da qualsiasi forma di sostegno al reddito. Al Sud il divario tra under 35 e over 35 ha dimensioni impressionanti”.
Decaro non ha dubbi sulla strada migliore per uscire da questo tunnel. “Alle tutele e al sostegno al reddito è necessario che si affianchino politiche attive del lavoro che siano certamente orientate ai primi inserimenti lavorativi. Ma che guardino con attenzione al ricollocamento nel mercato del lavoro di una fascia di cittadini di età adulta 50-65 anni che a nel Mezzogiorno d’Italia, nella maggior parte dei casi, rappresentano – conclude il delegato Anci – ancora il vero ammortizzatore sociale per l’intero nucleo familiare allargato a figli adulti e/o genitori anziani con pensioni minime”. (gp)