- Maggio 17, 2025
#AnciGiovani2025
Pari opportunità e inclusione: una sfida per i territori, le esperienze dei giovani amministratori
L’ultimo panel con la partecipazione dei sindaci: Valentina Ceruti (Villa d’Almè), Livio Scaramella (Samolaco), degli assessori Maurizio Carta (Palermo), Carmela Daidone (Erice) e dei consiglieri comunali Irene Ciaffoncini (Peglio) e Piermaria Capuane (Catania)
PALERMO – Pari opportunità e inclusione: una sfida per la competitività dei territori: questo il tema del terzo panel operativo che ha animato il confronto tra i giovani amministratori nell’ambito della XIV Assemblea di Anci Giovani che si chiude oggi a Palermo. “Per parlare di pari opportunità ed inclusione, bisogna ragionare in termini di flessibilità e di adattabilità, perché questi sono i presupposti con cui si costruiscono politiche efficaci e si dà corpo spazio vero ad una inclusione che non sia solo retorica”. Lo ha evidenziato Maurizio Carta assessore al Comune di Palermo, nel suo intervento di apertura del panel. “Pari opportunità significa che devo estendere i modi con cui accolgo i diversi punti di ingresso che ognuno di noi ha nei confronti dello spazio, della casa, della mobilità e anche del dialogo tra le diverse generazioni che compongono le comunità territoriali”, ha aggiunto Carta. Che ha citato grande urbanista americana, Jane Jacobs che negli anni 70 “ha invitato gli amministratori di New York a non avere l’arroganza di pensare di dover scrivere tutto il piano urbanistico, ma di lasciare alcuni spazi liberi per le nuove generazioni”.
“Per favorire la realizzazione concreta delle pari opportunità, i Comuni, anche piccoli, possono iniziare a lavorare innanzitutto sull’acccessibilità ai servizi, soprattutto quelli legati all’infanzia, per aiutare le donne a conciliare la cura della famiglia con il lavoro”, ha ricordato Valentina Ceruti sindaco di Villa D’Almè. Ma un altro tema chiave è “il legame tra accessibilità e pianificazione territoriale. Credo che, soprattutto per le piccole comunità, sia un tema cruciale. Non possiamo – ha spiegato la giovane sindaca bergamasca . non pensare ai tanti strumenti urbanistici fondamentali per avere quel famoso patto di cittadinanza nello sviluppo delle politiche urbane, ad iniziare dal piano di accessibilità urbana, uno strumento chiave questo se le città e i territori vogliono essere accessibili ed inclusive per tutti i cittadini”.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento di Livio Aurelio Scaramella, sindaco del Comune di Samolaco, il più giovane primo cittadino d’Italia con appena 22 anni. “Discutere di pari opportunità significa anche discutere di come garantire a tutti la stessa lo stesso grado di accesso ai servizi. Questo chiaramente non sempre è facile, specie nelle aree interne, come il mio comune che è a ridosso del confine con la Svizzera”. Da questo punto di vista per Scaramella, l’esperienza degli anni del Covid ha comunque lasciato un’eredità positiva: “ho visto molti giovani tornare nelle nostre realtà rurali come in altre parti d’ Italia per mettersi a disposizione chi come supplente chi come volontario . Insomma i giovani hanno dimostrato che vogliono fare tante cose che prima non avrebbero fatto forse perché erano impossibilitati a dare una mano”.
“Dobbiamo assolutamente investire nelle pari opportunità, perché queste politiche non sono un favore per noi mamme ma piuttosto un diritto che nei bilanci comunali non vanno considerate come un costo ma come un investimento”, è l’appello lanciato da Irene Ciaffoncini, consigliere comunale di Peglio. “Il welfare italiano non si può basare su i nonni ma sulle politiche sociali mentre la vera infrastruttura sociale per combattere il gender gap è proprio l’uguaglianza non solo in termini di parità di genere ma di parità di lavorativa e soprattutto di servizi educativi”. “Nei Comuni possiamo iniziare a fare qualcosa, ad esempio, ampliando e dando flessibilità agli orari degli asili nido”, ha proposto Ciaffoncini che ha citato l’esempio positivo del Comune di Pesaro che quest’anno è riuscito a finire tutte le graduatorie di accesso e ad accogliere nelle strutture comunali tutti i bambini nati in città.
Da parte sua Piermaria Capuana, consigliere comunale di Catania, ha posto l’accento sull’emergenza salute mentale per le nuove generazioni. “E’ un’urgenza morale e sociale che deve essere affrontata con serietà e con politiche adeguate, perché la prevenzione può portarci non soltanto a prevenire il suicidio ma a curare coloro che devono rappresentare il futuro generazionale. Per questo la mia amministrazione ha da poco promosso una mozione che è stata approvata all’unanimità perché queste battaglie non sono ideologiche non sono partitiche ma devono trovare il consenso e l’unità di tutti gli amministratori per aprire uno sportello dedicato alla salute mentale dedicato all’ascolto ed al sostegno specialistico dei giovani”, ha spiegato il giovane consigliere comunale etneo.
Infine, Carmela Daidone, assessore del Comune di Erice ha illustrato alcune iniziative messe in campo dalla sua amministrazione per aiutare i giovani nelle loro difficoltà quotidiane. “Alcuni corsi di sensibilizzazione sulle conseguenze delle droghe e dell’alcolismo avviati sia con le istituzioni sanitarie che con diverse associazioni che operano sui territorio”, ha spiegato Daidone. “Abbiamo compreso quanto sia importante ascoltare i nostri ragazzi, anche quando non riusciamo ad attivare subito dei servizi territoriali, come politici abbiamo il dovere di ascoltare i ragazzi, mettendoci a disposizione dei nostri figli e dei nostri giovani”, ha concluso.