- Maggio 16, 2025
#AnciGiovani2025
Rigenerazione urbana e sviluppo, le strategie possibili nelle proposte dei giovani amministratori
Al secondo panel di confronto hanno preso parte i sindaci: Giacomo Possamai (Vicenza), coordinatore Anci Città capoluogo, Maria Aida Episcopo (Foggia), Alessandro Balboni, vicesindaco di Ferrara, gli assessori Ersilia Lancia (L’Aquila), Paola Romano (Bari), e Mattia Santori, consigliere comunale di Bologna
PALERMO – I progetti di rigenerazione urbana possono essere vero volano di sviluppo territoriale e di accompagnamento delle comunità ad un livello superiore di qualità della vita. In questo quadro i giovani amministratori sono chiamati a giocare un ruolo centrale di stimolo e di ascolto con le esigenze dei cittadini oltre che delle giovani generazioni. Intorno a queste considerazioni si è sviluppato il secondo panel di confronto nel corso della prima giornata della XIV Assemblea di Anci Giovani che si sta svolgendo a Palermo.
“La rigenerazione urbana è la chiave di sviluppo delle città in un tempo in cui c’è ancora possibilità di crescere e di migliorare la qualità della vita dei nostri cittadini”. Lo ha detto Giacomo Possamai, sindaco di Vicenza e coordinatore Anci Città capoluogo che ha ricordato come la rigenerazione intervenga sia sul recupero del patrimonio di una città, cambiando al contempo il destino delle aree cittadine che prendono nuova vita. “Questo strumento è forse il più potente che oggi gli amministratori locali hanno in mano: chiunque faccia il sindaco ma anche il consigliere comunale sa che è finita la stagione dell’espansione orizzontale delle nostre città “, ha aggiunto. Inoltre, per il coordinatore Anci la rigenerazione urbana incrocia tutti i temi di al centro dell’agenda di governo delle città: “dalla politica dell’abitare, che oggi è un problema non soltanto nelle metropoli ma anche nelle città medie, perfino nelle città piccole, fino alla difficoltà a trovare una casa in affitto o acquistata ad un valore che sia compatibile col potere d’acquisto delle famiglie”.
“Per una media città del Sud d’Italia rigenerazione urbana significa anche riformulazione del design della città che vuoi consegnare ai tuoi concittadini. Non è solo “lotta alla cementificazione, ma un’idea non solo astratta e funzionale che deve abbracciare anche la dimensione sociale dell’intervento dell’amministrazione comunale”, ha sottolineato da parte sua Maria Aida Tatiana Episcopo, sindaco di Foggia. “La mia è una città che sta diventando una città universitaria, pertanto si impone l’esigenza che il piglio rigenerativo vada anche in quella direzione. Stiamo, per esempio, optando per la conversione di edifici storici verso formule di studentato, e la cosa che ci dà soddisfazione è che noi vogliamo modelli ibridi di attività all’interno dello stesso contesto per cui nello stesso edificio per gli studenti ci sarà anche un museo”, ha spiegato.
“La sfida della rigenerazione urbana è quella più intrigante nell’ambito del mestiere più bello del modo che fa un amministratore locale, perché essa tocca tanti temi, dall’ambiente, all’immigrazione, alle politiche per la casa, fino all’intergenerazionalità”, ha osservato Alessandro Balboni vicesindaco di Ferrara. Per Balboni, “la rigenerazione urbana tocca anche le persone, il coinvolgimento sociale ed anche un rapporto che deve essere diverso tra anziani e i più giovani che nella città spesso diventa sempre più complesso. Se parliamo di rigenerazione urbana dobbiamo intendere una rigenerazione per tutti, ma non quella come dire orizzontale ideologica, ma pensando ai bisogni dei cittadini, alle esigenze concrete e che devono rendere i quartieri le città e le vie finalmente fruibili e vivibili”, ha sottolineato il vicesindaco estense.
“Nella mia città abbiamo sperimentato che gli spazi cambiano la vita perché sappiamo che la vita ti può cambiare gli spazi. Con l’esperienza del terremoto del 2009 abbiamo sì vissuto una calamità naturale ma anche una grande occasione di cambiamento e rigenerazione urbana”, ha affermato Ersilia Lancia assessore del Comune dell’Aquila. “Abbiamo affrontato la sfida della ricostruzione che per L’Aquila è stata occasione di rigenerazione urbana e di crescita. Ma sia siamo andati oltre, al punto che oggi siamo un modello, grazie allo sforzo di tutte le istituzioni che si è concentrato sul territori. Abbiamo avuto le migliori esperienze ricostruttive e abbiamo maturato esperienze significative su tutta una serie di questioni anche sociali per cui oggi rappresentiamo un paradigma”.
“A Bari abbiamo in questi 11 anni provato a dare degli spazi ai ragazzi facendo sì che tutti i programmi di rigenerazione dei quartieri fossero ispirati a un’idea di policentrismo urbano”, ha spiegato l’assessore Paola Romano. “L’Idea è quella che in ogni quartiere tu in 15 minuti devi poter avere una biblioteca, un asilo nido, uno spazio pubblico e devi poter vivere. Poiché sono programmi complessi è necessario fare dei progetti anticipatori che facciano vivere subito lo spirito della rigenerazione, mettendo al centro i giovani dando loro dei luoghi dove incontrarsi. Poi tramite la coprogettazione far sì che quei luoghi diventino delle case di quartiere dei laboratori urbani dove innanzitutto fare incontrare le persone”.
Infine, Mattia Santori, consigliere delegato al Turismo al Comune di Bologna. “Credo che la rigenerazione urbana sia uno dei pochi temi su cui realmente le città riescono a intervenire. Noi abbiamo dei consiglieri più anziani che ci ricordano sempre che l’urbanistica è uno dei temi più importanti su cui riusciamo a intervenire sulle città e fa parte di quel coraggio della politica impopolare, che magari sfida il facile ed immediato consenso dei cittadini”. “In questo momento Bologna sta affrontando un’operazione a cuore aperto, perché stiamo realizzando due linee di tram su una città che è una pianta medievale attraversando il centro storico: potete immaginare cosa questo significhi con i fondi e con lavori che vanno chiusi entro il 2026”.