- Aprile 15, 2025
Codice beni culturali
Silvetti: “Bene silenzio assenso ma dentro riscrittura disciplina autorizzazioni paesaggistiche”
Il vicepresidente vicario in audizione davanti alle Commissioni Riunite Cultura ed Ambiente del Senato. “Come Anci ci auguriamo inoltre che la riforma consenta di estendere al massimo i criteri di delega, pur nel rispetto della tutela del paesaggio e dei beni culturali costituzionalmente garantiti”
“Valutiamo in modo positivo i contenuti della legge delega al governo per la revisione del codice dei beni culturali e del paesaggio per le procedure di autorizzazione paesaggistica, pur auspicando che la riforma avvenga nel rispetto della tutela del paesaggio e dei beni culturali costituzionalmente garantiti. Abbiamo infatti sempre sostenuto quanto fosse necessaria una definizione della disciplina che tenesse ben presenti i due principi della semplificazione e della tempestività. Per questo sono opportuni alcuni correttivi ad iniziare da una riformulazione della procedura ordinaria di autorizzazione in cui è inserito il silenzio assenso”. Lo ha evidenziato il vicepresidente vicario dell’Anci e sindaco di Ancona, Daniele Silvetti, intervenendo davanti alle Commissioni Riunite Cultura ed Ambiente del Senato sulla delega per la riforma dell’autorizzazione paesaggistica. (DOCUMENTO AUDIZIONE)
Silvetti si è augurato che la riforma possa avere ambito più ampio estendendo i criteri di delega anche “all’introduzione del principio per cui ove gli atti regolamentari di interventi edilizi in aree vincolate siano adottati dai Comuni di concerto con le competenti Soprintendenze, i singoli interventi edilizi proposti dal privato, purché conformi alle previsioni regolamentari, siano esenti dall’autorizzazione paesaggistica”. E dall’altro “con il superamento delle sequenze istruttorie attualmente previste per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica, prevedendo che il Soprintendente effettui le proprie verifiche sulla proposta progettuale contestualmente alla Regione/altro Ente delegato”, ovvero “la piena digitalizzazione della procedura e la conseguente trasmissione telematica degli atti in ogni fase del procedimento”.
Per il vicepresidente vicario i più ampi criteri di delega dovrebbero anche “razionalizzare il giudizio di compatibilità paesaggistica, esplicitando i profili da indagare ai fini del rilascio dell’autorizzazione paesaggistica, limitando i margini di valutazione estetica e di decisionalità soggettiva, rendendo i provvedimenti dell’amministrazione in materia di autorizzazione paesaggistica motivati e ripetibili”. Mentre appare anche opportuna la “previsione di procedure omogenee nell’intero territorio nazionale secondo principi di massima semplificazione della documentazione da presentare unitamente all’istanza e relativa modulistica da adottarsi con atti di Conferenza Unificata”.
Infine, Anci ha sollecitato “l’esclusione dell’autorizzazione paesaggistica in caso di piani attuativi in cui le Sovrintendenze abbiano già espresso il loro parere e gli interventi edilizi siano conformi a tali piani”; e si è augurata “l’allineamento dei termini di efficacia delle autorizzazioni con i titoli edilizi evitando così un’inutile duplicazione di autorizzazioni”.