• Gennaio 15, 2015
di anci_admin

Archivio Primo Piano

Fassino: “Pa locale non è corrotta, Comuni in prima linea contro illegalità”

“Il Mose è stato un grande scandalo così come l’Expo, e ne vanno perseguit...
Fassino: “Pa locale non è corrotta, Comuni in prima linea contro illegalità”

“Il Mose è stato un grande scandalo così come l’Expo, e ne vanno perseguiti con forza i responsabili. Ma la Pa degli 8 mila Comuni italiani, forte di centomila amministratori, è fatta per il 99 per cento da persone oneste che fanno il massimo con indennità ridicole, e vengono rappresentate in modo errato come corrotti e anche un po’ corrivi. Anche un solo caso di malaffare va perseguito, ma se ogni singolo caso è prova della corruzione di tutto il sistema io non ci sto”. Lo ha sottolineato il presidente dell’Anci e sindaco di Torino, Piero Fassino, intervenendo al convegno ‘La lotta alla corruzione nella pubblica amministrazione, negli enti territoriali e nelle imprese. Esperienze a confronto’ che si è svolto oggi pomeriggio a Roma nell’Aula magna della Luiss.
Fassino, dando seguito alle sollecitazioni arrivate dal dibattito, cui hanno preso parte il ministro per la Pubblica amministrazione Marianna Madia e il presidente dell’Autorità nazionale anti corruzione, Raffaele Cantone, ha ribadito come i Comuni sono i primi interessati ad una lotta senza quartiere alla corruzione. “Non c’è tema che non passi dalla scrivania del sindaco, siamo il livello istituzionale che ha funzioni gestionali, e per questo siamo molto sensibili alla lotta alla corruzione ed alla tutela della legalità”, ha affermato.
In questo senso, il presidente ha elencato le attività portate avanti dall’Anci a supporto dei Comuni per una cultura della trasparenza. Dalla definizione di linee guide per l’accesso all’informazione “che stiamo implementando con iniziative di formazione che ci aiutino a farle tradurre in  comportamenti virtuosi”, alla promozione presso tutti i Comuni dei piani triennali anti corruzione.
Fassino si è soffermato, in particolare, sulla collaborazione con l’Anac che ha portato alla costituzione di un gruppo di lavoro per monitorare la normativa così da individuarne criticità e proporre correzioni; senza dimenticare le attività già sviluppate con l’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici sulla stazione unica appaltante e sulle white list delle aziende, adesso confluite nell’Anac.
Il leader dei sindaci, dopo aver riconosciuto il forte impegno del governo che “ha fatto della lotta alla corruzione una priorità”, e definito “efficaci anche sul piano concreto tutti gli ultimi interventi normativi”, ha comunque indicato alcuni punti su cui la normativa ha bisogno di ‘un tagliando’.
“Innanzitutto il nostro è un paese ammalato di legislazione: l’idea che qualsiasi tema si risolve per legge è sbagliata in radice ma purtroppo è prevalente”, ha denunciato Fassino auspicando l’utilizzo di altri strumenti poco praticati che consentirebbero la semplificazione e la trasparenza necessarie.
Vi sono poi “una serie di norme anticorruzione che sono state pensate in modo corretto, ma poi tradotte in modo surreale”, ha sottolineato il sindaco di Torino accennando alle regole sull’incompatibilità degli incarichi ideate a livello regionale, e a quelle per l’assegnazione degli incarichi nelle società partecipate. “Siamo sicuri che dirigenti interni al posto di quelli esterni sono garanzia di trasparenza e capacità di decisione? Si stabilisca che tutti i Cda pubblici sono senza compenso, e che chi assume un incarico lo fa a titolo di civil servant: sarà più semplice la scelta tra dirigenti pubblici o privati”, ha proposto Fassino.
Infine, il principio della responsabilità oggettiva degli amministratori va attenuato. “Torino ha una superficie di venti milioni di metri quadri ed anche con 20 mila vigili non posso impedire che qualcuno scivoli dentro una buca, con la conseguente incriminazione dei dirigenti. Ma se non rivediamo le regole finirà che non troveremo più nessuno che si assume la responsabilità di firmare i provvedimenti”, ha concluso il presidente Anci. (gp)