• Novembre 21, 2024
di Emiliano Falconio

Conai, Snam, Enel, A2a, Edison: economia circolare ed efficientamento energetico

Il contributo delle aziende negli interventi nei primi panel di giornata dei vertici Iren, Gse, City Green Light, Engie
Conai, Snam, Enel, A2a, Edison: economia circolare ed efficientamento energetico

Ignazio Capuano, presidente Conai, ha portato sul palco dell’assemblea dell’Anci il tema dell’economia circolare. “Credo sia importante e utile dare notizie buone quando ci sono: siamo, nell’ economia circolare, al secondo posto in Europa, come Italia, con il 18 %. E credo sia anche frutto di un’antica collaborazione Anci-Conai se oggi possiamo dire che l’obiettivo del 2030 del riciclo nel nostro settore sia già stato raggiunto all’inizio di questo 2024, in anticipo sui tempi e con una performance del 75% rispetto al termine previsto per il 2030, che è del 70 %. Ma gli obiettivi futuri non mancano: per esempio nell’ambito del PNRR abbiamo presentato con 189 Comuni un piano per 115 milioni di euro. E tuttavia solo metà dei progetti sono stati approvati, per mancanza di fondi. Speriamo e chiediamo che si possano trovare le risorse per questi progetti virtuosi. Così come speriamo continui l’impegno che abbiamo iniziato con 7 delle 12 città metropolitane. Su questo vorrei segnalare l’ importanza che riveste la partecipazione delle città del sud Italia. La loro partecipazione fa avanzare moltissimo la percentuale nazionale e la auspichiamo fortemente”.

Massimo Derchi, chief operations officer Snam, ha rimarcato il tema della transizione energetica. “Ci occupiamo ormai comunemente anche di economia circolare: per esempio con la cattura e lo stoccaggio di  quasi 4 milioni di tonnellate di carbonio ed una prospettiva almeno duplicabile o quadruplicabile in pochi anni. Stiamo realizzando una linea adriatica per “sbottigliare” il gas da sud a nordItalia, e pronta per l’idrogeno. Sull’impatto ambientale ci siano impegnati all’impatto zero già adesso con 33mila km di rete. E dal prossimo anno vogliamo entrare nella fase successiva di positività. Lavoriamo per rendere i nostri cantieri sempre più sostenibili, il tutto nel segno di precisi target sulla biodiversità che sono ormai parte integrante della strategia dell’azienda. Oggi posiamo metanodotti di fatto senza impatto sull’ambiente circostante, grazie al riuso e con impatto ridotto o quasi zero. Lavorare insieme ai Comuni si deve e si può fare. Solo per citare un esempio, il nostro lavoro sul territorio di Ravenna”.

Nicola Lanzetta, direttore Italia Enel, ha riassunto le sfide che toccano i Comuni. “Il primo punto è un cambio di tecnologia. Il nostro Paese sta cambiando il sistema di produzione dell’energia elettrica, gli impianti sono più piccoli e più diffusi. Il secondo aspetto è l’accumulo. Dobbiamo accumulare energia. E ancora, efficientamento energetico che possiamo fare in casa, e infine il quarto aspetto riguarda la rete. Le energie rinnovabili stanno coprendo circa la metà della produzione di elettricità nel Paese, grazie alla ripresa della produzione idroelettrica e alla crescita della capacità eolica e solare. Per Enel, in Italia, questo vuol dire che circa il 75% dell’energia prodotta viene da fonti rinnovabili. È importante per il futuro continuare su questa strada, garantendo al contempo un adeguato sviluppo della rete per renderla sempre più digitale, capace di gestire i flussi bidirezionali di energia e resistere agli effetti dei cambiamenti climatici. Le iniziative e gli investimenti di Enel vanno proprio in questa direzione, al fine di abilitare e garantire la transizione energetica del Paese. Possiamo fare molto insieme, per rendere consapevoli i nostri cittadini della transizione ecologica”.

Renato Mazzoncini, amministratore delegato e direttore generale di A2a, ha sottolineato come il climate change sia al centro della politica e dell’economia mondiale. “L’azienda che rappresento – ha detto – è certamente dentro questo paradigma comune. Considerando il ruolo che svolge l’urbanizzazione nel mondo e nel nostro paese, i temi riguarderanno negli anni a venire dal 72 all’ 81 per cento della popolazione. E questo aspetto è fondamentale e pone la necessità di servizi efficienti e dei loro costi. In questo senso le multiutilities, aziende impegnate in diversi campi della transizione ecologica, sono un possibile alleato dei Comuni italiani. Al costo/investimento iniziale delle aziende bisogna aggiungere il costo/Investimento/abilitazione dei Comuni per favorire una comune transizione energetica ed ecologica e superare la “cultura Nimby”.

Nicola Monti, amministratore delegato Edison, si è soffermato sulla transizione ecologica italiana e sulla duplice esigenza dei territori: competitività da un lato e decarbonizzazione dall’altro. In questo contesto, Edison è un attore fortemente responsabilizzato a realizzare investimenti per la transizione in grado di garantire un mix energetico competitivo e, al contempo, di sprigionare importanti ricadute a livello territoriale: 10 mld di euro di investimenti che l’azienda intende realizzare tra il 2023 ed il 2030 di cui circa la metà saranno localizzati nel Sud e Isole 50%, il 37% al Nord ed il 13% al Centro. “Per vincere la sfida della transizione energetica – ha detto – è necessario fare sistema tra pubblico e privato. Questo permetterebbe di accelerare il processo di messa a terra di progettualità che abbiano un impatto non solo ambientale ed economico ma anche sociale. Le aziende del settore privato hanno certamente la forza e la volontà di partecipare, finanziare, trovare i fondi, per garantire un corretto partenariato pubblico privato, che credo sia la strada maestra”. Monti ha poi toccato il tema della formazione, “per noi aziende per saper parlare e convincere, e per il settore pubblico per comprendere le necessità delle aziende di avere un obiettivo comune. La formazione culturale può certamente allargare in futuro queste aree di  interlocuzione ed accelerare le capacità comuni di realizzazione progettuale”.

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