• Settembre 18, 2014
di anci_admin

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Invimit – Presentato agli operatori il vademecum su investimenti. Castelli (Anci): “Pronti a raccogliere sfida su valorizzazione immobili”

Illustrare ai principali operatori privati le caratteristiche ed i vantaggi del fondo dei fondi (I3-...

Illustrare ai principali operatori privati le caratteristiche ed i vantaggi del fondo dei fondi (I3-Core) e le opportunità che esso offre per la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico. E’ con questo obiettivo che si è svolta oggi a Roma la presentazione del vademecum sugli investimenti messo a punto da Invimit, la società voluta dal Tesoro per favorire la dismissione del patrimonio immobiliare pubblico. All’incontro, che segna il debutto operativo del fondo, dopo il recente versamento di 440 milioni da parte di Inail, erano presenti i vertici della società ministeriale – il presidente Vincenzo Fortunato e l’amministratore delegato Elisabetta Spitz – ed il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta, mentre l’Anci era rappresentata da Guido Castelli, presidente Ifel e delegato alla Finanza locale.
Nel suo intervento Spitz ha sottolineato il valore dell’alleanza che si sta costruendo con i Comuni, testimoniata dall’accordo tra Invimit e Anci. “L’associazione è per noi uno strumento fondamentale per incontrare le amministrazioni, in modo da poter capire le esigenze dei territori ed avviare percorsi di valorizzazione e di sviluppo”, ha affermato l’ad di Invimit.
Il modello è quello realizzato dal Comune di Bologna, con il primo fondo immobiliare sull’edilizia scolastica, operativo da qualche giorno. “Questo format – ha proseguito – vogliamo esportarlo il più possibile partendo da un nucleo di Comuni virtuosi con cui siamo in contatto”.
Da parte sua il sottosegretario Baretta ha ribadito l’interesse del governo sulla valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico. “Finora questi percorsi sono stati improntati ad una visione solo congiunturale, legata alla necessità di fare cassa ed ai rischi di eventuali svendite”. Adesso, “serve una visione più ampia con un’idea complessiva che – ha spiegato il rappresentante di governo – metta al centro un progetto più ambizioso di riutilizzo e valorizzazione del patrimonio”. Un processo, questo delineato da Baretta, che presuppone anche un forte allentamento dei lacci e laccioli frapposti dalla burocrazia: “Il governo – ha annunciato – è disponibile a ragionare su una legislazione più snella ed efficace, vorremmo costruirla con l’apporto fattivo proprio degli operatori”.
“Il ruolo degli amministratori locali è ormai cambiato: non siamo più i semplici allocatori di risorse disponibili, ma siamo chiamati in prima persona a creare valore nel patrimonio immobiliare che dobbiamo gestire”, ha detto Guido Castelli. Secondo il delegato Anci, quella in corso  sul terreno immobiliare “è una vera e propria rivoluzione culturale”, su cui “come classe dirigente siamo chiamati in prima battuta”, partendo dal contributo di conoscenza che il sistema Comuni “può portare rispetto alle differenti situazioni territoriali”.
Per questo motivo, l’Anci con le sue sezioni operative, Ifel e Fondazione Patrimonio Comune, è pronta a raccogliere la sfida che “arriva dal nuovo concetto di valorizzazione territoriale. L’alfabetizzazione su processi finanziari complicati è fondamentale per creare il consenso necessario sul territorio”, ha concluso il presidente di Ifel annunciando un incontro di presentazione ai Comuni del vademecum per il mese di ottobre. (gp)