- Gennaio 27, 2024
Accadde in città
27 gennaio 1922 moriva Giovanni Verga. A ricordarlo il sindaco di Catania Trantino e Leo Gullotta
Il 27 gennaio 1922 moriva Giovanni Verga, tra i maggiori scrittori nella storia della letteratura italiana
“Verga, nel ritratto di Rosso Malpelo: il destino di un diverso, ragazzo da arginare, esempio di dispersione scolastica”.
Così Enrico Trantino sindaco di Catania nella ricorrenza della morte (27 gennaio 1922) di Giovanni Verga, uno tra i maggiori scrittori nella storia della letteratura italiana, “un autore – precisa – profondamente radicato nella sua terra”.
Ispirato alla tradizione naturalistica tipica della letteratura francese, è stato un grande esponente del Verismo, movimento che aveva come obiettivo l’impersonalità e impassibilità della narrazione, come uno scrittore invisibile nei confronti della vita reale, per studiarla, ma senza passione. Con realismo ha raccontato la condizione drammatica dei contadini, pescatori, operai, e ha rappresentato la voglia di riscatto sociale degli umili, del popolino, vinti e oppressi senza alcuna prospettiva di miglioramento né possibilità di redenzione.
La roba e I Malavoglia sono alcune delle novelle chiave della produzione verghiana: “l’uomo che si distacca dalla propria classe sociale e cerca di elevarsi ad una classe superiore – spiega Trantino – è condannato ad un destino di sofferenza, a fallire e perdere tutto ciò che possiede. Il ciclo dei vinti, quelli che hanno tentato l’ascesa ma sono stati sconfitti, una sconfitta irrimediabile, per loro non c’è speranza nella Provvidenza e neppure nel miglioramento sociale”.
Parliamo di Giovanni Verga con Leo Gullotta, un artista straordinario, sessant’anni di carriera tra teatro, cinema e televisione e uno dei volti più rappresentativi di Catania, una città fatta di strade, vicoli e cortili, fino a Via Sant’Anna 8, la Casa Museo Verga.
Un legame indissolubile con il territorio etneo “il sole, il mare, la terra, la mia terra, la Sicilia, anzi – sottolinea Gullotta con orgoglio – la nostra terra. Le campagne, il verde, l’incontro con la dura realtà meridionale, con le classi sociali. In Verga – spiega – c’è tutto questo, nei suoi romanzi, nelle novelle”. E conclude: “dovremmo risvegliare, riscoprire il piacere di leggere le opere verghiane, è stato un genio capace di toccarci la mente e il cuore e di riprenderci la vita”.