• Novembre 10, 2020
di Angela Gallo

Accoglienza

A Fontanigorda la collaborazione tra cittadini e rifugiati fa rinascere il piccolo Comune

Nel piccolo Comune di Fontanigorda, che conta circa 265 abitanti, situato nell’entroterra dell’area Antola Tigullio in Liguria, l’esperienza del sistema di accoglienza del Siproimi ha favorito non solo il recupero e la riqualificazione di immobili abbandonati ma soprattutto ha permesso di rinsaldare i legami sociali e la rete di relazioni umane. Ne parla l'assessora Margherita Asquasciati
A Fontanigorda la collaborazione tra cittadini e rifugiati fa rinascere il piccolo Comune

Nel piccolo Comune di Fontanigorda, che conta circa 265 abitanti, situato nell’entroterra di Genova, nell’area interna Antola Tigullio, l’esperienza del sistema di accoglienza del Siproimi ha favorito non solo il recupero e la riqualificazione di immobili abbandonati ma soprattutto ha permesso di rinsaldare i legami sociali e la rete di relazioni umane.
A raccontarlo è l’ex sindaca, oggi assessora del piccolo Comune, Margherita Asquasciati, che ci ha parlato di come il progetto Siproimi stia lavorando per rafforzare i servizi e il welfare locale a vantaggio non solo delle persone in accoglienza ma anche dei residenti.
“Ci troviamo in un piccolo Comune situato in un’area interna, una zona svantaggiata in cui è difficile garantire ai nostri cittadini tutti i servizi. E questo vale tanto per i residenti quanto per le persone in accoglienza”. Ma è stato proprio attraverso il progetto Siproimi che l’amministrazione locale ha cominciato a sperimentare soluzioni innovative, come il caso della collaborazione con i Centri per l’istruzione degli adulti (CPIA). Il Comune è riuscito a trovare una soluzione per permettere “ai nostri ragazzi di studiare e frequentare i corsi, che si svolgono a Genova per lo più nelle ore serali che non combaciano con gli orari degli autobus”.
“Allora, grazie al coordinamento di un’insegnante del territorio – ha proseguito – abbiamo avviato una sperimentazione con il CPIA per realizzare una didattica mista tra presenza in aula e lezioni a distanza. Una soluzione che vorremmo adottare anche per i ragazzi residenti che hanno grandi difficoltà nel raggiungere la scuola superiore, che richiede oltre quattro ore di tragitto quotidiano”.
Nel piccolo paesino l’attenzione ai cittadini e alle persone in accoglienza si è manifestata anche nel corso di questa emergenza sanitaria.
“Dopo il lockdown con la ripresa delle attività, abbiamo organizzato nella sala del Comune dei corsi di sicurezza sul lavoro per i ragazzi del Siproimi che si apprestavano a cominciare le attività previste dalla borsa lavoro. Un corso che abbiamo esteso anche ai residenti beneficiari del reddito di cittadinanza”.
La sinergia tra i servizi e le attività del Siproimi con il welfare locale ha rafforzato anche il senso di comunità, a partire dalle iniziative di volontariato e cura del territorio come la pulizia del “Bosco delle fate”, una delle attrattive turistiche del paese, che ha visto il coinvolgimento dei ragazzi in accoglienza e dei residenti. Attività che hanno creato vicinanza con le persone perché “lavorando assieme tutte le paure sono svanite”.
Il Siproimi di Fontanigorda, nato a distanza di circa un anno e mezzo dalla chiusura del percorso progettuale della Strategia Nazionale per le Aree Interne, ha previsto nel corso del tempo percorsi di formazione tecnico-pratica e borse-lavoro anche grazie al coinvolgimento dell’Acquario di Genova e alle piccole aziende locali attive in agricoltura, edilizia e nella ristorazione che hanno permesso ai ragazzi di trovare anche un lavoro stabile e di essere completamente autonomi.
Spirito di iniziativa, innovazione, capacità di sperimentare hanno fatto di questo piccolo Comune uno dei migliori esempi di accoglienza nell’ottica dello sviluppo di un welfare universale. Basti pensare anche ad una delle ultime iniziativa realizzate, come ha raccontato l’assessora: “Abbiamo partecipato di recente al progetto della Città Metropolitana di Genova sul Pon legalità per recuperare i vecchi locali della scuola, chiusa da circa 30 anni e destinarli alla realizzazione di un centro culturale ricreativo. L’obiettivo è quello di mettere in piedi attività culturali, educative, corsi di italiano e prevedere diversi servizi per tutti i cittadini”.
Se tante sono le difficoltà nei piccoli Comuni e nelle aree più interne del paese è pur vero che qui “si possono sperimentare nuove pratiche in modo più semplice”. “Oggi uno dei due alloggi del Sipromi è dedicato alle famiglie, abbiamo due nuclei familiari ciascuno con una bimba, e una delle bimbe è nata proprio durante l’accoglienza”, ha raccontato con voce ferma ed emozionata l’assessora. “Ci siamo occupati di tutte le visite della futura mamma proprio durante i mesi più duri dell’emergenza Covid. E oggi vorremmo specializzarci anche nei servizi per l’infanzia a vantaggio di tutti i cittadini”.

Guarda la gallery delle attività (le immagini si riferiscono alle attività pre – Covid)