- Febbraio 18, 2013
8 Marzo
Tiziana Agostini
di Francesca Romagnoli “I diritti sono un diritto, ma dove bussare per vederli ricon...di Francesca Romagnoli
“I diritti sono un diritto, ma dove bussare per vederli riconosciuti? Per i cittadini e le cittadine la risposta è presto formulata: alle istituzioni del territorio, ovvero ai Comuni. Grandi o piccoli che siano, essi infatti costituiscono la prima porta che si apre ai bisogni e alle opportunità”. Ne è convinta l’assessora alla Cittadinanza delle donne del Comune di Venezia, Tiziana Agostini che ha detto: “bisogni e opportunità da declinare in modo puntuale e soprattutto diversificato secondo le diversità, culturali, sociali economiche e religiose. Ma fra tutte la prima delle diversità è quella legata al genere, per questo il Comune di Venezia ancora all’inizio degli anni Ottanta ha istituito l’assessorato alla Condizione femminile, che in una trentennale evoluzione politica e amministrativa si chiama oggi alla Cittadinanza delle Donne e alla Cultura delle Differenze”.
Quali i servizi offerti? Si comincia con il Centro Donna, “un unicum in Italia, perché gestito amministrativamente dal Comune, ma costituito da 34 associazioni femminili e femministe, che vi operano. In esso – ha precisato l’assessora – vi trovano spazio alcuni dei servizi più importanti dell’assessorato. Una biblioteca di genere con oltre 20 mila volumi, oltre a pubblicazione e riviste specifiche; un centro multiculturale che lavora sulla reciproca integrazione attraverso il dialogo tra donne che provengono da culture differenti”. Ma i servizi sono anche altri, “accanto all’impegno culturale si sviluppano politiche attive di contrasto alla violenza di genere, attraverso il Centro antiviolenza, a cui le donne maltrattate se non minacciate nella vita stessa possono rivolgersi per azioni di contrasto di tipo psicologico, legale, sino alla accoglienza in una delle due case protette ad indirizzo segreto.
Il Comune di Venezia – ha continuato Agostini – opera in accordo con le locali forze di polizia e i presidi ospedalieri attraverso la rete antiviolenza costituita e consolidata nel tempo.
Più di recente – ha detto – l’azione amministrativa si è allargata alle scuole, coinvolgendo centinaia di ragazzi e ragazze in laboratori teatrali, riflessione sui media e produzione di video. Alcuni interventi erano stati pensati anche per far superare ai compagni e alle compagne lo choc determinato dal cruento assassinio della nostra concittadina sedicenne Eleonora Noventa da parte dell’ex fidanzato, avvenuto l’11 luglio 2010. Nel segno di Eleonora si sono poi sviluppate tutte le azioni di contrasto alla violenza”.
Secondo l’assessora “nonostante i molti anni di politiche attive di contrasto alla violenza di genere” continua ad essere “una vera emergenza nazionale: le difficoltà economiche del presente, la messa in discussione di modelli comportamentali e l’incertezza in particolare sulla identità maschile, che porta in sé il retaggio della cultura autoritaria patriarcale, superata nei fatti ma non nell’immaginario profondo della società, sono generatrici di nuova e pericolosa violenza contro le donne. Ciò che in particolare non si è compreso è che quando naufraga il rapporto di coppia e la donna afferma il suo desiderio di superamento non è lei il soggetto debole, ma l’uomo, che con la violenza afferma la sua incapacità di ripensarsi”.
Ma ha precisato: “le azioni di contrasto sono perciò necessarie più oggi di ieri e per questo le amministrazioni locali si devono impegnare con convinzione, assumendo in modo diretto l’azione. Molte amministrazioni fanno ricorso a collaborazioni esterne, mentre il Comune di Venezia in questi ultimi due anni ha ricompreso al suo interno una serie di attività, ciò ha messo al riparo dalla scure della spending review in cui tali attività sarebbero incappate, garantendo continuità e qualità dei servizi”.
Secondo l’assessora “questa è una strada virtuosa da percorrere per ottimizzare le risorse e qualificare l’azione amministrativa, ma anche per attenuare i tragici effetti di una vera e propria emergenza italiana, che si chiama violenza di genere e che sfocia troppo frequentemente in femminicidio”.