• Maggio 8, 2024
di Giuseppe Pellicanò

Città medie

Progetto MediaAree, il ruolo dei Comuni capoluogo nel sistema Paese, i sindaci a confronto

Ne hanno discusso i sindaci di Alessandria, Ascoli Piceno, Viterbo, Teramo e Macerata. Guarda i video
Progetto MediaAree, il ruolo dei Comuni capoluogo nel sistema Paese, i sindaci a confronto

RIMINI – Un momento di confronto tra gli amministratori sulla propria esperienza nel governo dell’area vasta che ruota intorno ai rispettivi Comuni capoluogo: questo il filo conduttore della sessione di apertura dei lavori del convegno “109 Città un solo Paese. I comuni capoluogo d’Italia” organizzato da Anci nell’ambito del progetto MediAree.
“La mia città ha subito un progressivo calo demografico e siamo via via scomparsi dalla geografia dello sviluppo del Nord e credo che il dissesto del comune nel 2012 nasca come sua conseguenza”, ha ricordato Giorgio Angelo Abonante, sindaco di Alessandria. “Per uscire da questa situazione bisogna fare di tutto per reintrodurre la nostra zona nell’area che conta del Nord Italia. Il primo passo non può che essere quello di investire molto sui trasporti che sono fondamentali, siamo ben collegati come autostrade ma siamo spariti dalla rete ferroviaria regionale e nazionale, e su questo si deve fare di più anche con un buon livello di trasporto su gomma. Poi va investito anche sui servizi in generale, per cercare di essere accogliente e sfruttare al massimo la tendenza del post Covid che spinge la cosiddetta classe media a spostarsi in periferia dove trova un buon livello di servizi per poter mantenere una buona qualità della vita”.

Chiara Frontini sindaco di Viterbo ha ricordato come “per noi un elemento di criticità come la vicinanza con Roma, che assorbe tutto, si sia rivelato un elemento di forza per promuovere una narrativa diversa della nostra città. Abbiamo cercato molto di puntare sulla qualità della vita diventando competitivi ed attrattivi proprio su questo aspetto, vivere a due passi da Roma in un contesto lontano anni luce dalle criticità della Capitale è diventato un punto di forza”. Più in generale per Frontini i Comuni capoluogo devono puntare su altri ambiti lontani dal mainstreaming della produttività: da un lato la tutela ambientale ed il nostro territorio è ricco da questo punto di vista avendo il 70% dei grandi impianti fotovoltaici ed eolici della Regione; e dall’altro sul turismo, e noi possiamo sfruttare al massimo la presenza sul territorio della Via Francigena che offre grandi prospettive anche nell’ottica del Giubileo del prossimo anno”.

Marco Fioravanti sindaco di Ascoli Piceno ha stigmatizzato il fatto che negli ultimi 20 anni “si siano notevolmente ridotti i trasferimenti dello Stato ai Comuni e si si sia puntato su politiche orizzontali mentre abbiamo bisogno di politiche sartoriali, ognuna diversa per ogni territorio”. A suo parere non “esistono soluzioni facili a problemi complessi e il ruolo di noi amministratori è quello di cercare esperienze di successo anche confrontandoci tra di noi. Nella lotta “contro lo spopolamento progressivo, che riguarda tutto il nostro Paese non solo le aree interne”, il sindaco ascolano ha cercato di “sfruttare al massimo le risorse del Pnrr con cui stiamo restaurando il 95% del patrimonio comunale, realizzando 220 alloggi che daremo in affitto a basso costo per chi si trasferisce da noi ancora un bonus comunale per chi fa figli”. Inoltre, nell’opera di ricostruzione post sisma, abbiamo scelto di non centralizzare tutto sul capoluogo con un unico polo scolastico, ma abbiamo ricostruito 17 scuole nelle 73 frazioni cittadine, così da garantire il diritto allo studio ovunque, anche dove ci sono solo sei bambini a frequentare. Se seguiamo solo il mercato falliamo, la città esiste grazie ai borghi”, ha sottolineato.

“Il nostro territorio è molto ampio, visto che la provincia confina con la città metropolitana di Milano, offre un importante patrimonio paesaggistico e siamo a due passi dal confine della Svizzera”, ha spiegato Ivana Perusin, vicesindaco di Varese. Proprio questa collocazione a cerniera con la grande metropoli meneghina offre una opportunità: “Dopo il Covid Milano si è molto trasformata e sta ‘buttando fuori’ una serie di categorie di persone che faticano a vivere nella metropoli soprattutto per il caro affitti. Ai giovani ed alle famiglie che vanno via noi possiamo offrire molto perché siamo una città con un elevato livello di servizi e siamo alternativi. Possiamo esserlo – ha aggiunto – anche perché il mondo del lavoro è cambiato e sempre più i giovani chiedono di fare smart working per una migliore qualità della vita: questo cambia la loro percezione delle distanze dalla metropoli”.

Gianguido D’Alberto sindaco di Teramo e presidente Anci Abruzzo ha spiegato come il suo territorio faccia parte di “una sorta di macroregione che è nata dopo il sisma del 2016, mettendo insieme parti di quattro regioni confinanti che vivono le stesse problematiche della ricostruzione. In questo quadro noi amministratori – ha sottolineato – abbiamo una funzione aggiuntiva, quella cioè di fare rete per valorizzare i nostri territori in una prospettiva di ricostruzione. Ma lo dobbiamo fare senza ‘svilire’ il ruolo delle aree marginali che continuano a svolgere un ruolo strategico per il futuro dell’intera area attraversata dal sisma”.

Sandro Parcaroli, sindaco di Macerata ha ricordato il suo duplice ruolo di presidente di una provincia composta da 55 Comuni, medio piccoli, in un territorio soggetto alla ricostruzione post terremoto. “Molti giovani si stanno spostando dalle aree interne verso il mare, visto che la seconda città provinciale, Civitanova, rappresenta una forte attrattiva; Macerata è invece una città fortemente turistica che l’anno scorso è stata visita da 120 mila persone su 41 mila abitanti. Come Regione scontiamo una forte carenza di infrastrutture ma stiamo lavorando anche d’intesa con i sindaci del territorio per valorizzare al massimo le potenzialità inespresse in questi anni”.

Infine, Loris Sartore assessore di Aosta ha riportato l’esperienza del Comune capoluogo che “ha il ruolo non facile di riferimento in una Regione senza capoluogo rispetto a tanti piccoli Comuni, i restanti 73 Comuni regionali hanno meno di 5 mila abitanti”. Per questo abbiamo cercato di creare dei rapporti di complementarietà privilegiando i rapporti con i centri limitrofi, i 16 Comuni della Piana di Aosta. Abbiamo concluso con loro una convenzione di partenariato che speriamo ci permetta di mettere a sistema tutte le iniziative locali nel quadro di un rapporto integrato di sviluppo territoriale”.