• Aprile 15, 2021
di Giuseppe Pellicanò

Health City

Presentato il corso di Alta formazione, formerà 120 giovani manager delle città del futuro

L’iniziativa, di Anci e Ministero politiche giovanili, parte la prossima settimana dal Comune Bari e si terrà anche a Torino e Bologna. Pella: “Un impegno cha parte dal manifesto sulla Salute nelle città”.Bianco: “I Comuni scommettono sul loro futuro, una sfida da vincere giocando di squadra”. Guarda le videointerviste
Presentato il corso di Alta formazione, formerà 120 giovani manager delle città del futuro

Formare 120 giovani under 35 ad un profilo professionale innovativo, essenziale per guidare le città verso un modello di “Healthy City”, accrescendo così la capacità amministrativa degli Enti e contribuendo a elaborare soluzioni nuove e inclusive per rispondere alle istanze di salute e benessere dei cittadini, tanto più centrali nell’attuale fase di emergenza sanitaria. Questo lo spirito e l’obiettivo del corso di Alta formazione in Health City Manager presentato con una lezione inaugurale “I giovani per le Città della Salute”, in parte in presenza presso l’ANCI nazionale e in parte a distanza, in video conferenza. Vi hanno preso parte tra gli altri Roberto Pella Vicepresidente vicario ANCI e delegato a Sport, Salute, Politiche giovanili, Antonella Galdi vice Segretario Generale ANCI, Antonella Polimeni Magnifica Rettrice Università “La Sapienza” di Roma ed Andrea Lenzi Presidente Health City Institute; mentre le conclusioni sono state svolte da Enzo Bianco, presidente del Consiglio nazionale Anci e dalla Ministra per le Politiche giovanili Fabiana Dadone.
Il percorso di alta formazione che prenderà avvio la settimana prossima da Bari vede coinvolti 120 giovani under 35, distribuiti in tre distinti corsi, della durata di 80 ore, ospitati in videoconferenza rispettivamente dal Comune di Bari (23 aprile), dal Comune di Torino (dal 30 aprile) e dal Comune di Bologna (7 maggio). Si tratta di città già fortemente impegnate su questi temi: sono infatti 3 delle 6 città italiane (insieme a Genova, Roma e Milano) che partecipano al Progetto globale Cities Changing Diabetes, promosso da UCL di Londra e Steno Centre di Copenhagen con Novo Nordisk, e che hanno già sottoscritto l’Urban Diabetes Declaration ed il Manifesto “Salute nelle città: bene comune”. I corsi avranno la durata complessiva di 3 mesi, con moduli formativi che interesseranno molteplici ambiti disciplinari.
“La risposta che abbiamo avuto dai giovani è stata straordinaria, visto che in 20 giorni sono arrivate oltre 550 candidature, a conferma del loro grande interesse per questo tema che noi come Anci – ha evidenziato la vice Segretario Antonella Galdi – abbiamo saputo intercettare”. D’altro i candidati “selezionati hanno profili elevatissimi ed estremamente variegati: medici, sociologi, architetti, molti dei quali con percorsi formativi ed esperienze già importanti sul tema della salute pubblica e nei contesti dei Comuni ospitanti”, ha aggiunto.
“Questo percorso formativo sarà un’occasione davvero significativa per i giovani under 35 per aumentare consapevolezza e conoscenze sul tema, maturando competenze proprie di questo specifico profilo professionale, grazie al sostegno del Ministero delle Politiche Giovanili che, da subito, ha aderito con entusiasmo alla proposta”. Sono temi su cui Anci lavora – ha ricordato il vice presidente vicario Roberto Pella – dal 2016 quando lanciammo il manifesto in 10 punti sulla Salute e sugli stili di vita portandoli poi all’approvazione delle istituzioni europee, e alla condivisone del nostro Parlamento dove sono diventate proposte emendative a molti provvedimenti e ora li abbiamo trasformati in questo corso”. Sono tutte questioni che “saranno centrali nell’agenda politica di ogni territorio e Comune”, dando vita ad “una figura che dovrà affiancare l’impegno dei sindaci sulle politiche pubbliche per nuovi stili di dobbiamo investire fortemente sul tema della salute”.

Il coordinamento scientifico dei contenuti del corso è realizzato in collaborazione con Health City Institute, think tank italiano che si occupa di urban health, con il quale ANCI ha in essere un accordo di programma, unitamente all’Università La Sapienza di Roma. “La promozione della salute deve essere centrale negli obiettivi di mandato verso i cittadini, e puntare proprio sui giovani è la scelta giusta perché essi sono capaci di generare effetto moltiplicatore”, ha affermato la rettrice della Sapienza Antonella Polimeni ricordando la collaborazione avviata con Anci. “Tramite questo corso puntiamo a plasmare in maniera sinergica nuove politiche pubbliche che dovranno avere un approccio non multidisciplinare ma transdisciplinare”.
“I Comuni italiani scommettono sul loro futuro impegnandosi per una partita decisiva anche per il post pandemia, come quella della salute pubblica e del benessere”, ha rimarcato il presidente del Consiglio nazionale Anci Enzo Bianco. “Nei prossimi anni dovremo occuparci sempre di più non solo di sanità ma anche delle condizioni di vita dei cittadini, che passano da politiche integrate e non monosettoriali. Crediamo molto in questa scommessa, al punto che abbiamo creato una fondazione (+C14) che raggruppa tutte le città metropolitane e le aree metropolitane. Anche perché il modo migliore per vincere questa sfida – ha ribadito – non potrà essere che lo spirito di squadra che sicuramente ci porterà a raggiungere risultati enormemente più grandi”.

I giovani formati saranno poi chiamati a definire e realizzare, grazie a borse-lavoro e a borse di studio dedicate, progettualità su Comuni specifici per generare un impatto immediato sui territori.
Proprio su questa ricaduta operativa si è soffermata nel suo intervento conclusivo la Ministra per le Politiche giovanili Fabiana Dadone. “Il numero elevato di domande dà il senso di questa iniziativa in cui abbiamo subito creduto, vorrei che alla fine riuscissimo a testare gli effetti di questa esperienza per condividerli anche con gli altri ministri”, ha detto Dadone. Quanto poi all’investimento sui giovani “sono loro il vero motore del cambiamento, basta pensare al tema attuale della transizione ecologica”. Ma “se vogliamo incontrare veramente le loro aspettative per il futuro dobbiamo fare tesoro della loro esperienza, il taglio pratico di questo corso è il migliore punto di equilibrio per la costruzione di una nuova professione”, ha concluso Dadone.