- Ottobre 22, 2024
Comunità educante
Pratelli: “Disegno legge ottima iniziativa. Attenzione a fondo e ampliamento figure professionali”
L'assessora alla Scuola di Roma Capitale Claudia Pratelli in audizione presso la Commissione Cultura e Istruzione del Senato sul disegno di legge “Fondo per il sostegno e lo sviluppo della comunità educante”“Il disegno di legge a sostegno e sviluppo della comunità educante è un’ottima iniziativa, nell’ottica del contrasto alla povertà educativa e alla dispersione scolastica, ma alcuni aspetti meritano una riflessione”. Così l’Assessora alla Scuola di Roma Capitale Claudia Pratelli in audizione presso la Commissione Cultura e Istruzione del Senato sul disegno di legge “Fondo per il sostegno e lo sviluppo della comunità educante”.
È indubbio – ha spiegato Pratelli- che, a partire dal periodo del Covid, si sono evidenziate ancora di più le diseguaglianze, già prima esistenti, che impattano sulla vita degli studenti e delle studentesse, dei genitori e delle famiglie. Si tratta di un tema molto sensibile su cui i Comuni in questi anni si sono ampiamente misurati e confrontati, giocando un ruolo di primo piano anche sull’arricchimento dell’offerta formativa e sul potenziamento della comunità educante, promuovendo occasioni di apprendimento e di incontro, e opportunità di crescita culturale, sia all’interno della scuola sia nel territorio.
In questa direzione – ha precisato l’Assessora – molti Comuni, come Roma Capitale, hanno promosso progetti di Scuole Aperte, che offrono attività formative e non solo oltre l’orario scolastico. È proprio così che si sono fatti costruttori di comunità educanti, con il coinvolgimento degli attori della scuola: dal personale docente e non, alle associazioni dei genitori e degli alunni e delle alunne, fino alle associazioni territoriali.
Nel condividere dunque la ratio del disegno di legge, facciamo tesoro delle esperienze maturate come Anci, per dare il nostro contributo: in primo luogo il testo così proposto prevede una distribuzione paritaria di risorse tra i comuni italiani. Dal nostro punto di vista invece si riscontra la necessità da un lato di rivedere la dotazione finanziaria del fondo, aumentandone il valore, e dall’altro di prevedere una redistribuzione delle risorse con un criterio perequativo che tenga conto del numero delle scuole e del numero degli iscritti alle scuole presenti sui diversi territori.
Accanto a questo- ha poi aggiunto Pratelli- c’è il tema dei patti educativi di comunità. Il ddl prevede che vengano impiegate figure quali l’educatore socio-pedagogico, il pedagogista e lo psicologo per lo svolgimento delle attività connesse al patto. Anche qui Anci riscontra la necessità di riconsiderare in modo più largo le figure professionali. Sarebbe opportuno, infatti, lasciare la progettazione degli interventi e le modalità attuative ai Comuni stessi, non vincolando le iniziative alle sole tre figure professionali suggerite. Ogni contesto territoriale è infatti diverso, e dunque diversa può essere la strategia da mettere in campo” ha concluso.