• Giugno 16, 2023
di Francesca Romagnoli

Accadde in città

Mario Rigoni Stern. Il sindaco di Asiago e Mondini (storico): “Scrittore di guerra e di montagna”

Scomparsa romanziere, il sindaco Roberto Rigoni Stern: “Fu cantore della natura e interprete del ‘900”
Mario Rigoni Stern. Il sindaco di Asiago e Mondini (storico): “Scrittore di guerra e di montagna”

“Mario Rigoni Stern, cantore della natura ed interprete degli eventi tragici del ‘900”. Parole del sindaco di Asiago, Roberto Rigoni Stern celebrando la scomparsa (16 giugno 2008) del romanziere come straordinario testimone della storia nazionale del secolo scorso, uomo tra etica ed impegno civile. Il suo nativo Altopiano di Asiago, le esperienze di guerra tra morte e sofferenza, i fatti tragici del secondo conflitto mondiale e, in particolare, la drammatica ritirata dei nostri soldati in Russia, furono luoghi e ricordi da cui trasse ispirazione per il romanzo autobiografico Il sergente nella neve, uno tra i più celebri del dopoguerra.
Una preziosa eredità quella lasciata da Mario Rigoni Stern, di rendere vivi la sua opera e il suo talento: “un Archivio privato di interesse storico donato dalla famiglia al Comune e consultabile presso il Palazzo del Turismo Millepini di Asiago, produzione letteraria, quaderni e manoscritti, carteggi giovanili, documenti, diari, fotografie e la corrispondenza con Primo Levi, ricchezza inestimabile che ci dà la possibilità di toccare con mano un patrimonio storico e culturale di valore e prestigio”.
L’obiettivo per restituire e “far tornare alla luce l’opera dello scrittore solitario è anche un altro: un progetto di digitalizzazione per la conservazione e valorizzazione di quello che è uno spaccato di vita e dell’opera del grande autore”.
Per lo storico (Università di Padova) Marco Mondini, Mario Rigoni Stern “è stato il narratore di una comunità di montanari travolti in una guerra non voluta e ingiusta, anche se scampata, rientrati dalla Russia grazie al loro coraggio e forza interiore. Persone semplici – precisa Mondini – e non come italiani guerrieri e marziali che il regime Fascista avrebbe voluto”.
Quello dell’altopianese un nome strettamente legato a Il sergente nella neve: “fu proprio da quel racconto – continua lo storico – che lo scrittore prese coscienza di un mondo che stava scomparendo, inghiottito dalla modernità vivendo in simbiosi con la natura, nel rispetto delle tradizioni e nella consapevolezza di una giustizia profonda, in armonia e in pace con gli uomini e con le montagne”.