- Agosto 6, 2018
Libri
Avvistamenti, città in Africa, tra realtà e immaginario
Il grande studioso, prematuramente scomparso, Edward Said (palestinese, professore alla Columbia University), ha scritto un libro fondamentale – Orientalismo – in cui mostra come dell’Oriente noi abbiamo una percezione falsata, irreale, formata da innumerevoli pregiudizi e cliché.
Il grande studioso, prematuramente scomparso, Edward Said (palestinese, professore alla Columbia University), ha scritto un libro fondamentale – Orientalismo – in cui mostra come dell’Oriente noi abbiamo una percezione falsata, irreale, formata da innumerevoli pregiudizi e cliché. Lo stesso potrebbe dirsi dell’Africa. Ed ecco ora una mostra originalissima che ci aiuta a scoprire i molti stereotipi della nostra immagine del continente africano, per noi sinonimo di fame, miseria, società tribali, regimi dispotici, ma che pure possiede una enorme forza creativa e artistica. Il museo MAXXI ha inaugurato la mostra African Metropolis, Una città immaginaria, (22 giugno – 4 novembre 2018), curata da Simon Njami e Elena Motisi.
La mostra individua cinque azioni – Vagando, Appartenendo, Riconoscendo, Immaginando e Ricostruendo – che attraverso 100 opere di 34 artisti africani e della diaspora africana, diventano gli elementi di una città immaginaria, di un percorso che tra fotografia, installazioni, sculture, video e tessuti, ci permettono di interpretare sia lo spazio fisico di una metropoli contemporanea.Le opere sono allestite come elementi di uno skyline cittadino, frutto di una continua stratificazione di interventi e descrivono un percorso in cui il visitatore può perdersi, riconoscersi e immaginare. Vengono in mente le Città invisibili (1972)di Calvino, dove Marco Polo racconta al Kublai Kan le città che ha visitato, reali e immaginarie: dove la realtà, in sé caotica, riceve un ordine soltanto nella fantasia.