• Novembre 12, 2025
di Giuseppe Pellicanò

La voce dei sindaci

Lepore: “Sindaci chiamati a fare del ‘bene comune’ il principio guida di ogni nostra decisione”

In apertura oltre al primo cittadino di Bologna sono intervenuti il presidente di Anci Emilia - Romagna Marco Panieri, sindaco di Imola e il presidente della Regione Emilia -Romagna Michele de Pascale
Lepore: “Sindaci chiamati a fare del ‘bene comune’ il principio guida di ogni nostra decisione”

BOLOGNA – “Care sindache e cari sindaci, non viviamo un tempo facile, ma viviamo un tempo necessario. Per la fascia tricolore che indossiamo, siamo chiamati a rappresentare la nostra Repubblica, a unire progresso e solidarietà, a fare del bene comune il principio guida di ogni nostra decisione. Cito un pensiero del sindaco Renato Zangheri, che oggi sento più vero che mai: Il Comune non è solo a Palazzo Comunale, è e dovrà essere nelle fabbriche, nei quartieri, nelle scuole, negli ospedali,
 dove donne e uomini lavorano, stentano e soffrono.
 Là noi troveremo, perché li cerchiamo, un’unione interiore fra elettori ed eletti, fra amministratori ed amministrati”. Così Matteo Lepore, sindaco di Bologna e coordinatore Anci delle Città metropolitane nel suo indirizzo di saluto alla 42esima Assemblea in corso di svolgimento a Bologna Fiere.
Lepore ha delineato alcune tappe centrali della storia di Bologna, “una città che ha fatto della solidarietà e della partecipazione al bene comune la propria forma di vita”: dalla nascita del Comune e dell’Università tra il 1088 e il 1116, fino all’approvazione del primo piano regolatore sociale nel 1955 e al primo nido comunale italiano alla Bolognina nel 1969. Il primo cittadino ha poi indicato le sfide del presente per la città: il cambiamento climatico, la mobilità sostenibile, l’azione per il diritto alla casa, con la fondazione della rete Mayor for Housing, per ottenere un piano casa europeo e fondi nazionali dedicati all’abitare sociale. Ha poi citato il progetto ‘Parco della Memoria Democratica’, inaugurato lo scorso 2 agosto, undici ettari di ferrovia dismessa accanto alla stazione centrale, che diventeranno nei prossimi anni un parco verde, dedicato a tutte le vittime delle stragi e delle mafie del nostro paese, alla storia e alla cultura democratica del nostro paese”.

Nel suo intervento Marco Panieri, presidente Anci Emilia – Romagna e sindaco di Imola, ha auspicato che “questa Assemblea possa essere occasione non solo di energia, autenticità e passione fra di noi, ma anche di rilancio sul nostro ruolo e sulla nostra missione, riprendendo il titolo scelto per quest’anno: ‘Insieme per il bene comune’”. “Quale, per noi sindaci, il metodo e il ruolo nella politica, quella con la “P” maiuscola?”, si è chiesto il sindaco di Imola che ha risposto citando le parole di Giorgio La Pira, sindaco di Firenze.

“Amate la vostra città come parte integrante, per così dire, della vostra personalità. Voi siete piantati in essa, in essa saranno piantate le generazioni future che avranno da voi radice: è un patrimonio prezioso che voi siete tenuti a tramandare intatto, anzi migliorato ed accresciuto, alle generazioni che verranno”. ”È quello che proviamo a fare ogni giorno, tutti noi, con uno sguardo umile, concreto, pratico, ma allo stesso tempo alto e lungimirante”, ha concluso Panieri.

Infine, il presidente della Regione Emilia -Romagna. “La vera autonomia è quella che permette ai sindaci di agire concretamente, con risorse adeguate e strumenti efficaci. Nessuna Regione sarà forte se i suoi Comuni sono deboli”, ha detto Michele de Pascale.

“Ora mi trovo ad essere nella posizione particolare di chi è passato dal ruolo di sindaco ad un altro ruolo, ma voglio comunque dire con trasparenza che serve uno scatto radicale anche da parte delle autonomie locali italiane e dei comuni italiani: una forza e una politica solida municipale ha senso solo se i Comuni lavorano insieme; un municipalismo forte e moderno -ha aggiunto – è fatto di Unioni dei comuni, gestioni associate, convenzioni, distretti sociosanitari, multiutility forti e radicate.  L’idea di costruire una politica pubblica in un rapporto diretto tra lo Stato e ottomila singoli Comuni è un’illusione sbagliata”, ha concluso.