• Marzo 19, 2013
di anci_admin

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Iniziativa 21 marzo – Riba (Commissione Montagna): “Sblocco risorse base nuovo rapporto sussidiario tra città e terre alte”

"Nei territori montani, le imprese delle aree interne, soffrono ancora di più per il man...

"Nei territori montani, le imprese delle aree interne, soffrono ancora di più per il mancato sblocco dei 9 miliardi di euro. Gli enti locali sono vicini al collasso e così i fornitori". Lo dichiara Lido Riba, componente della Commissione Montagna dell’Anci e presidente dell’Uncem Piemonte a pochi giorni dall’iniziativa pubblica aperta promossa dall’Anci il 21 marzo a Roma sui temi dello sblocco dei pagamenti e dei vincoli del patto di stabilità.

"La situazione è ancor più drammatica nel nostro territorio – continua Riba – dove la Regione Piemonte non riesce a versare ai Comuni i fondi necessari alla conclusione di lavori pubblici e alle Comunità montane i 17 milioni di euro per pagare gli stipendi ai 430 dipendenti e i servizi ai fornitori. Tutti stanno aspettando lo sblocco dei crediti da parte del Governo, senza sapere tempi e modalità con cui questi arriveranno”.
Una situazione paradossale per il Presidente di Uncem Piemonte che specifica “così viene inchiodata la macchina amministrativa, senza che sindaci e gli amministratori ‘volontari della politica’ possano dare risposte ai concittadini". 
Subito un’azione sul Patto di Stabilità per i Comuni con meno di mille abitanti. "È impossibile che nelle aree deboli, interne, come sono quelle montane del Piemonte e non solo – prosegue Riba – si debbano rallentare e annullare investimenti importanti per colpa della morsa del patto. Bruxelles deve intervenire per modificare le norme, con la nostra spinta, unita all’azione forte del Governo e del Parlamento".
Secondo Riba, serve poi un’azione determinata della nuova assemblea parlamentare che concretizzi quanto previsto nella Costituzione dall’articolo 44, dove si individuano provvedimenti specifici per la montagna. "Lo ribadiremo con i sindaci dei Comuni montani nell’incontro del 21 marzo a Roma – aggiunge. Lo sblocco dei 9 miliardi di euro si deve accompagnare a nuovi strumenti normativi in grado di ribadire l’importanza delle Unioni montane di Comuni per la gestione dei progetti comunitari e dei fondi per lo sviluppo socio-economico delle Terre Alte; senza dimenticare l’esigenza di una nuova radicale sussidiarietà tra aree montane e aree urbane”. Insomma, “un patto tra montagna produttrice delle risorse e città consumatrice. In questo accordo – conclude – sta la modernizzazione del Paese che con il suo sistema di governance e di enti locali, sa dare risposte immediate ai cittadini e alle imprese". (fdm)