- Aprile 15, 2020
Coronavirus
I Comuni al tempo dell’emergenza. Come si stanno organizzando per i buoni spesa /3
Prosegue il nostro focus dedicato a come i Comuni si sono organizzati e stanno gestendo l'erogazione dei buoni spesa alle famiglie in questa emergenza: dalla card ricaricabile con Qr-code e assegnato ai soggetti identificati dall'ente alle app create ad hoc per caricare sul cellulare i buoniProsegue il nostro focus – da Nord a Sud del paese – dedicato a come i Comuni si sono organizzati e stanno gestendo i buoni spesa in questa emergenza.
Siamo a Cerro al Volturno, piccolo Comune montano di circa 1200 abitanti in provincia di Isernia, qui l’amministrazione ha ricevuto 48 domande a fronte di uno stanziamento di risorse pari a circa 10mila euro. Proprio per permettere ai cittadini e alle famiglie di trascorrere con maggiore serenità la Pasqua, venerdì santo sono stati erogati i primi buoni spesa corrispondenti a circa 7mila euro della misura.
“La restante parte delle risorse – ha spiegato il consigliere Lucio Gabriel Paolone – sarà stanziata sempre sotto forma di buoni ai 48 nuclei familiari nel mese di maggio e sarà ripartita in percentuale dando priorità a chi non beneficia di alcuna misura di sostegno”.
A Salemi, invece, in provincia di Trapani, il Comune attraverso il settore Servizi alla persona ha attivato i ‘buoni spesa Covid-19’ settimanali per le famiglie indigenti. Due le tipologie di sostegno messe in campo e destinate a chi non beneficia del Reddito di cittadinanza: buoni del valore di 30 euro per le famiglie fino a due componenti, da 50 euro per i nuclei familiari più grandi. Per ottenere i buoni la procedura prevede la compilazione di una scheda di valutazione presso il Centro operativo comunale della Protezione civile.
Un lavoro costante che non si ferma nel Comune di Galatone che ha istruito 381 domande per i buoni spesa e assegnato il beneficio a 317 nuclei familiari, per un valore complessivo di 53.100 euro, per una media circa di 170 euro a famiglia. L’amministrazione locale ha reso disponibile tutta la procedura da seguire e le indicazioni sull’uso dei buoni spesa attraverso la piattaforma informatica CartaSpesa.
Vizzini con Social pay è invece «uno dei primi esempi in Italia di uso massivo di token e della blockchain per utilità sociale», ha spiegato il sindaco Vito Saverio Cortese.
Come funziona? Viene distribuita ai cittadini una card ricaricabile con Qr-code numerato e assegnato in maniera univoca ai soggetti identificati dall’ente. Ciascuna tessera ha un pin che permette l’utilizzo esclusivo dei fondi. Gli esercenti che aderiscono al sistema digitale del buono spesa, sono dotati gratuitamente di un’ applicazione web da installare su smartphone o tablet, un sorta di Pos virtuale, che permette di leggere la card assegnata al cittadino e prelevare l’importo corrispondente all’acquisto effettuato.
Anche il Comune di Gonnesa ha scelto la tecnologia per l’erogazione dei vaucher alimentari che arriveranno tramite smartphone alle 140 famiglie che ne hanno fatto richiesta. Grazie alla app Spesiamo, i buoni saranno inviati al cellulare e potranno essere stampati o mostrati tramite il telefono nelle attività commerciali che hanno aderito.
«In questo modo – dice l’ assessore ai Servizi Sociali Federica Olla – è tutto più semplice, veloce e riservato. I buoni sono nominativi, con un codice di riferimento, e devono essere mostrati con il codice fiscale». Così come a Caiazzo, in provincia di Caserta, dove sono stati scelti ticket elettronici. La procedura da seguire, una volta scaricata sul proprio smartphone l’app del Comune, è illustrata sulla pagina Facebook dell’amministrazione con un semplice tutorial.
Il Comune di Bitti ha invece riaperto fino alle ore 14 del 17 aprile i termini per le domande dei buoni spesa. Possono fare richiesta i nuclei privi di sostegno economico a cui sarà erogato un contributo pari un componente (150 euro), due componenti (250 euro), tre componenti (350 euro), oltre quattro componenti (550 euro). Mentre ai nuclei beneficiari di altre forme di sostegno sarà erogato un buono spesa solo nel caso in cui l’importo dei sostegni sino a quel momento percepito sia inferiore a quello previsto dal Comune.
Stretta sinergia invece tra Caritas e Comune di Matera nella gestione dei buoni alimentari. “Gli aventi diritto riceveranno un sms sul numero di telefono che è stato indicato sulla domanda presentata con un codice pin e con l’importo assegnato al nucleo familiare. Saranno poi gli operatori della Caritas, della Fondazione Monsignor Cavalla e della Casa di accoglienza Don Tonino Bello della parrocchia di San Rocco, a spiegare agli assegnatari del bonus le modalità e il luogo in cui poterlo utilizzare”, si legge sul sito dell’amministrazione.
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