• Luglio 3, 2024
di Federica Demaria

I nuovi sindaci

Ferdinandi (Perugia): “La nostra è una rivoluzione gentile che parte dalla partecipazione”

La prima cittadina: “Lavoro, sociale, cultura e recupero del verde urbano le nostre priorità"
Ferdinandi (Perugia): “La nostra è una rivoluzione gentile che parte dalla partecipazione”

Vittoria Ferdinandi è la prima sindaca nella storia di Perugia. Una vittoria che nasce da quello che la stessa chiama “un nuovo processo di risocializzazione della politica”, in cui la partecipazione torna ad essere al centro del dibattito cittadino. La neo sindaca vince dopo aver attraversato i 52 quartieri di una città di 160 mila abitanti, undicesima in Italia per estensione. Un successo conseguito grazie ad una straordinaria capacità di “connessione sentimentale” instaurata con le cittadine e i cittadini di Perugia. Ciò pare essere anche il risultato di una politica che è stata capace di promuovere una coalizione larghissima che si è fondata su una nuova idea di città. Quella aperta, inclusiva e plurale che Ferdinandi ha sempre promosso e praticato attraverso il suo impegno civile e professionale. Due lauree, una in psicologia politica e una in psicologia clinica. Nel 2021 Ferdinandi è stata nominata Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente Sergio Mattarella “per il suo contributo nella promozione di pratiche di autonomia e di inclusione sociale per i malati psichiatrici”, realizzate nell’ambito del ristorante “Numero Zero” da lei diretto. “Durante questo straordinario viaggio ho avuto la conferma che Perugia ha ancora un’anima orgogliosa, fiera e indomita”, racconta la neo sindaca che ammette “il nostro compito era quello di risvegliarla e, credo che ci siamo davvero riusciti”.
Questo risultato, per Ferdinandi, rappresenta un segno tangibile che la città vuole tornare ad essere viva, vivace e ambiziosa. “Attraverso l’ascolto – spiega – la partecipazione e la cura siamo stati in grado di rianimare il dibattito politico, chiamando migliaia di persone a dare il loro contributo di idee e progetti. Abbiamo scritto un programma insieme alla città. Questo ha fatto la differenza, ben consapevoli che Perugia ha la necessità primaria di ricucire innanzitutto il rapporto tra centro e periferie”.
Perugia, insomma, ha creduto in una rivoluzione gentile e “da oggi dobbiamo dare seguito agli impegni assunti, partendo appunto dalla partecipazione che auspichiamo diventi uno strumento di governo della città”, precisa la sindaca di Perugia spiegando la volontà di “far rivivere, nello spirito e non nella struttura burocratica, le 13 vecchie circoscrizioni. Le chiameremo Case della partecipazione, dove le persone torneranno ad avere un luogo per confrontarsi, proporre idee e rappresentare all’amministrazione comunale le loro istanze”.
Altra priorità sarà l’attuazione alla legge regionale sull’amministrazione partecipata. “Il sistema di co-programmazione e co-progettazione – sottolinea – diventerà l’asse portante di una nuova idea di governo.  “Pensiamo ad una città che recupera spazi verdi, attenzione alle risorse naturali. Immaginiamo una città che sappia interpretare al meglio il ruolo di capitale del ‘Cuore verde d’Italia’”. A tal proposito, “occorre ridefinire un rapporto tra città e paesaggio in un quadro urbanistico a consumo di suolo zero”.
Anche sui temi del lavoro, del sociale e della cultura Ferdinandi ha le idee chiare “torneranno ad essere centrali” e in merito al rapporto con gli altri comuni umbri, con la provincia di Perugia e con la Regione “contiamo di instaurare un rapporto di stretta collaborazione. Crediamo sia giusto che la città capoluogo torni a far sentire la propria voce su questioni importanti come le infrastrutture, la sanità e i rifiuti.
“Credo che, in questo senso, la relazione con Anci regionale e nazionale sia fondamentale. Ci sono temi, come ad esempio quello dell’immigrazione e dei richiedenti asilo che devono vedere i comuni italiani più protagonisti affinché il Governo dia risposte adeguate a problemi così tanto sentiti e complessi”.