• Dicembre 22, 2017
di anci_admin

Mobilità sostenibile

Decaro: “Grazie a chi ci ha creduto. L’Italia può essere davvero un paese a misura di bici”

"L'approvazione della legge per la mobilità ciclistica è una grande emozione per me che, con convinzione, avevo preso l'impegno di proporla candidandomi in Parlamento", ha detto il presidente Anci che è stato, da deputato, primo firmatario della legge stessa
Decaro: “Grazie a chi ci ha creduto. L’Italia può essere davvero un paese a misura di bici”

“L’approvazione della legge per la mobilità ciclistica è una grande emozione per me che, con convinzione, avevo preso l’impegno di proporla candidandomi in parlamento. Oggi posso dire di aver mantenuto quell’impegno”. Lo dice Antonio Decaro, presidente dell’Anci e sindaco di Bari, che della legge approvata giovedì in Senato è stato, da deputato, primo firmatario.
“Voglio ringraziare i tanti parlamentari dell’intergruppo – continua Decaro – che, indipendentemente dal loro schieramento politico, insieme alla Fiab onlus e a tante associazioni, mi hanno aiutato a scrivere la legge. Un grazie lo devo al mio amico Paolo Gandolfi che, quando ho lasciato il parlamento per diventare sindaco di Bari, ha seguito passo dopo passo l’iter di approvazione. E un altro convinto e sentito grazie va al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, che ci ha sostenuto”.
Decaro, un mese fa, aveva “celebrato” con le associazioni la prima tappa raggiunta, l’approvazione della legge alla Camera, con una corsa in bici per consegnare il provvedimento ai senatori. “Questa legge è una svolta epocale per un Paese in cui il 65 per cento delle persone si sposta in auto su percorsi inferiori ai cinque chilometri: tutti automobilisti che potrebbero facilmente trasformarsi in ciclisti. Il testo – aggiunge Decaro – promuove l’uso delle bici attraverso l’obbligo di realizzazione di biciplan comunali, provinciali e regionali, con appositi incentivi, con la realizzazione di stazioni di bike sharing presso le stazioni ferroviarie e dei bus extraurbani, con l’obbligo di introdurre nel regolamento comunale spazi e parcheggi per le biciclette, con la possibilità di utilizzare case cantoniere e stazioni ferroviarie abbandonate come punti di scambio per chi usa le due ruote o fa cicloturismo, con la conversione in piste ciclabili dei sedimi ferroviari o di corsie che fiancheggiano gli acquedotti, non più usate per i loro scopi originari. Insomma, un mix di regole e incentivi che possono davvero rendere le città e il territorio extraurbano a misura di bici. Nell’interesse dell’ambiente e della salute”.